Istituto San Giovanni Evangelista

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Quando Vado In Pensione Inps?

Quando posso andare in pensione Inps? Nel 2022 si può andare in pensione di vecchiaia al raggiungimento dei 67 anni di età, con almeno 20 anni di contribuzione. Oppure andare in pensione anticipata, indipendentemente dall’età, con 41 anni e 10 mesi di anzianità contributiva se lavoratrice donna, oppure con 42 anni e 10 mesi se lavoratore uomo.

Come sapere quando si va in pensione INPS?

PensAMi: il simulatore INPS – Un primo passaggio per capire quanto manca al momento della pensione pubblica è utilizzare il simulatore INPS denominato ” PensAMi ” (Pensione A Misura). Si tratta di un servizio online che non richiede nessuna autorizzazione per l’accesso.

  1. Per utilizzarlo, dunque, non è necessario essere in possesso di credenziali univoche, come ad esempio lo SPID, ma lo si può provare subito per avere un’idea di quale sarà il momento in cui si andrà in pensione.
  2. L’INPS nella pagina descrittiva del servizio dichiara: “Questo strumento permette a tutti gli utenti, senza autenticazione, di verificare i possibili scenari pensionistici.” PensAMi è quindi utile soprattutto a farsi un’idea “fai da te” (lo ribadisce più volte anche l’INPS) di quando e come si andrà in pensione in base alla normativa vigente.

Tuttavia, è importante ricordare che attraverso questo servizio:

non è possibile conoscere la situazione effettiva della propria contribuzione, in quanto è l’utente che inserisce i dati per ottenere diversi scenari; consente di conoscere le principali pensioni e alcuni istituti per anticipare l’accesso alla pensione; non fornisce informazioni sugli importi della pensione.

Come detto, è solo uno strumento basilare, che però rappresenta un primo passo nella costruzione della risposta alla domanda iniziale, In questo tutorial dell’INPS si illustra il funzionamento del simulatore da mobile, tramite un’app dedicata.

Chi è nato nel 1967 quando potrà andare in pensione?

La pensione di vecchiaia anticipata. – Questa opzione richiede un requisito anagrafico differente per uomini e donne. Per le donne nate nel 1967, l’età richiesta per accedere a questa pensione è di 67 anni, mentre per gli uomini nati nel 1967 è di 67 anni.

  1. Tuttavia, è importante tenere presente che questa misura potrebbe prevedere finestre temporali specifiche durante le quali è possibile presentare domanda, quindi è necessario verificare le informazioni più aggiornate.
  2. Con almeno 20 anni di contributi in un fondo pensione.
  3. Questa opzione potrebbe consentire un accesso anticipato alla pensione, riducendo il requisito di anticipo a cinque anni rispetto all’età prevista.

In conclusione, i lavoratori nati nel 1967 hanno una sola possibilità di pensionamento da considerare.

Quanti contributi per andare in pensione a 57 anni?

Pensione anticipata ordinaria –

Andare in pensione a 57 anni è possibile anche senza l’invalidità. Ciò grazie alla pensione anticipata ordinaria per i lavoratori precoci, agganciata alla cosiddetta quota 41 che consente il pensionamento con 41 anni e 10 mesi di contributi (per le donne, contro i 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini).

    Quanto si prende di pensione a 67 anni con 25 anni di contributi?

    Quanto si prende di pensione con 25 anni di contributi – Ci sono alcune variabili da prendere in considerazione per il calcolo dell’assegno pensionistico con 25 anni di contributi:

      Età del lavoratore (anzianità contributiva) Media annua degli stipendi degli ultimi cinque anni con le due casistiche : Quota A, ovvero i contributi versati entro il 31 dicembre 1992 per gli ultimi 5 anni di stipendio e Quota B per gli ultimi 10 anni di stipendi relativi ai contributi versati entro il 31 dicembre 2011

    In ogni caso, il trattamento pensionistico e pari al 2 per cento della retribuzione pensionabile per ogni anno di contributi, Nella nostra situazione, con 25 anni di contributi, il lavoratore percepirà un ammontare pari al 50 per cento della retribuzione, ->LEGGI ANCHE

    Quanto prendo di pensione con 35 anni di contributi? Quanto si prende di pensione con 20 anni di contributi? Come versare i contributi volontari e quanto costano Pensione per Casalinghe: requisiti, importo e come richiederla Chi può prendere la pensione minima da 780 euro Quanto aumenta la pensione per ogni anno di lavoro in più

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    Quanti sono gli anni di contributi per andare in pensione?

    Quali sono i contributi minimi richiesti da versare per accedere alla pensione anticipata? – I contributi minimi richiesti sono di: 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, a prescindere dall’età anagrafica; 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne, a prescindere dall’età anagrafica.

    Chi ha 40 anni di contributi può andare in pensione?

    Pensione pubblico impiego 40 anni contributi fino al 2011 – In passato, nello specifico fino al 2011 alla pensione pubblica si poteva accedere alla pensione pubblico impiego 40 anni di contributi. Oggi le P.A. devono invitare ad andare in pensione d’ufficio tutti coloro che maturano qualsiasi diritto alla pensione.

    In pratica una volta raggiunto il limite ordinamentale per la permanenza in servizio arriva la pensione anche per i pubblici dipendenti. Ad esempio, secondo le passate regole per la pensione donne pubblico impiego, queste a 65 anni maturavano già il diritto per andare in pensione. Chi alla data del 31/12/2011 aveva maturato i requisiti per la pensione pubblico impiego e aveva minimo 40 anni contributi può ancora accedere alla pensione.

    Ma per chi ha la cosiddetta quota 96, ossia la somma tra età anagrafica e e contributi dà 96, può accedere alle pensioni dipendenti pubblici con le norme previste. Chi, invece, prima del 2011 avesse maturato 40 anni di contributi può accedervi a prescindere dall’età anagrafica. Anche qui ad oggi si consiglia di valutare anche il caso di uscita con la pensione anticipata prevista per il pubblico impiego. Per questo in molti ci sono rimasti male, scoprendo che anche per la pensione anticipata nel pubblico impiego vigono ormai gli stessi vincoli del settore privato.

    Quanto prendo di pensione con 30 anni di contributi e 67 anni di età?

    Considerata l’età del lavoratore (67 anni), applicando il coefficiente di trasformazione del 5,575% su 165.000 avremo una pensione di circa 9.200 euro. A questo punto sommiamo 9.200 euro a 2.500 euro e avremo come totale 11.700 euro. Il nostro lavoratore, dunque, percepirà meno di 1.000 euro lordi al mese di pensione.

    Chi è nato nel 1962 quando andrà in pensione?

    Niente pensione anticipata per i nati dopo il 1962 – Oggi per bisogna aver maturato i requisiti per l’accesso alla cosiddetta pensione anticipata, per la quale sono necessari 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne,

    1. C’è poi la possibilità di andarci con soli 41 anni di contributi, riservata però ad alcune categorie di lavoratori precoci.
    2. Con la conferma di Quota 103 nel 2024 i requisiti per la pensione anticipata si abbasseranno ma esclusivamente per i nati entro il 1962, ossia per chi compirà i 62 anni entro la fine del prossimo anno: questi, infatti, potranno andare in pensione con soli 41 anni di contributi, rispettando però i vincoli imposti da Quota 103 : ad esempio il divieto di cumulo tra redditi da lavoro e redditi da pensione (almeno fino a quando non vengono maturati i requisiti per la pensione di vecchiaia o anticipata), come pure il fatto che la pensione percepita non può comunque superare di 5 volte il trattamento minimo (la restante parte verrà pagata al raggiungimento dei requisiti per la pensione ordinaria).

    Per buona pace di chi è nato dopo il 1962 ma ha comunque raggiunto – e magari superato – i 41 anni di contributi. Pensiamo ad esempio a un nato nel 1964 che lavora ininterrottamente da quando ha compiuto 19 anni (e quindi non può aspirare a Quota 41 in quanto non è un lavoratore precoce): nel 2024 questo raggiungerà 41 anni di contributi, ma per andare in pensione dovrà aspettare di maturarne almeno un altro anno e 10 mesi così da poter accedere alla pensione anticipata.

    Come si fa la simulazione della pensione?

    Come accedere al simulatore pensione Pensami Inps – Chi vuole cimentarsi e conoscere il proprio futuro previdenziale può quindi accedere al nuovo Pensami Inps direttamente online, tenendo presente che, in base alle novità presentate, saranno conteggiati anche contributi maturati all’estero, istituti che possano far anticipare la pensione: esempio il riscatto della laurea). Per accedere al simulatore pensione Inps si deve seguire questo percorso online: Dalla homepage www.inps.it: “Prestazioni e servizi” > “Servizi” > “Pensami – Simulatore scenari pensionistici”. In sostanza, l’utente deve:

    accedere all’homepage del sito web Inps: www.inps.it,cliccare su “prestazioni e servizi”,cliccare poi su “servizi”,cliccare sulla lettera iniziale “P” (tra quelle in elenco) e cliccare su “Pensami – Simulatore scenari pensionistici”

    Quanti contributi ci vogliono per andare in pensione a 62 anni?

    Risparmiare risorse e consentire per il 2025 la riforma pensionistica con l’attuazione di Quota 41 per tutti. E’ quanto trapela tra gli addetti ai lavori in merito alla strategia varata dal Governo Meloni, che nei prossimi giorni potrebbe confermare alle parti sociali l’opportunità di confermare Quota 103 anche il 2024.

    Se confermata, l’ipotesi vorrebbe che anche nel 2024, chi raggiunge i 41 anni di contributi potrà approfittare di Quota 103 per anticipare l’accesso alla pensione fin dall’età di 62 anni, con ben 5 anni di anticipo rispetto a quanto previsto dalla pensione di vecchiaia (ma appena 1 anno e 10 mesi, 10 mesi per le donne, rispetto alla pensione anticipata).

    Nel primo quadrimestre dell’anno Quota 103 ha raggiunto le liquidazioni registrate per Quota 102 in tutto il 2022. PENSIONE A 62 ANNI, COME FUNZIONA QUOTA 103 Anche Quota 103 consente l’accesso alla pensione una volta che la somma tra età anagrafica e anni di contributi dà come risultato il numero indicato, 103 in questo caso.

    Solitamente per le quote vengono fissati dei requisiti minimi tanto per l’età anagrafica quanto per i contributi: ed è così anche in questo caso, in quanto Quota 103 richiede 62 anni di età e almeno 41 anni di contributi. Per disincentivare le uscite, poi, vengono previsti dei paletti: non è possibile cumulare la pensione con i redditi da lavoro almeno fino a quando non vengono maturati i requisiti per la pensione di vecchiaia, quindi fino al compimento dei 67 anni; fino al compimento dei 67 anni chi va in pensione con Quota 103 non può avere un assegno di importo superiore a 5 volte il trattamento minimo Inps.

    Considerando che questo nel 2023 è pari a 567,94 euro, il tetto mensile da non superare è pari a 2.839,70 euro. PENSIONE, LE FINESTRE MOBILI CHE RITARDANO LA DECORRENZA RISPETTO ALLA DATA MATURATA PER I REQUISITI Anche per Quota 103, com’è stato per Quota 100 e Quota 102, vengono previste poi delle finestre mobili che ritardano la decorrenza della pensione rispetto alla data in cui vengono maturati i requisiti.

    Nel dettaglio: per i lavoratori del settore privato l’erogazione del primo rateo pensionistico avviene 3 mesi dopo la maturazione dei requisiti; per i lavoratori del settore pubblico, l’erogazione avviene 6 mesi dopo la maturazione dei requisiti; nel settore scolastico, invece, la decorrenza è sempre e comunque al 1 settembre 2023.

    La regola prevede però che per andare in pensione con Quota 103 bisogna averne maturato i requisiti entro l’anno in corso. Vale tanto per i contributi quanto per l’età: ciò significa che oggi questa possibilità è riservata ai nati entro l’anno 1961 ma appunto le cose potrebbero cambiare in caso di proroga anche per il 2024.

    • PENSIONE, LA RIFORMA SLITTA ANCORA Il capitolo dedicato alla riforma pensionistica è destinato a slittare ancora.
    • L’argomento sarà riaperto a settembre, nella nota di aggiornamento del Def, e in vista della prossima legge di bilancio.
    • Per questo si alimenta l’ipotesi di una conferma di Quota 103, che andrebbe ad accontentare coloro che per poco non sono riusciti a raggiungere i requisiti nel 2023: ad esempio chi solo il prossimo anno arriverà ai 41 anni di contributi richiesti, o anche i nati nel 1962.

    PENSIONE IN AUMENTO DA LUGLIO, OLTRE ALLA QUATTORDICESIMA Scattano dal 1 luglio 2023 i tanto annunciati aumenti delle pensioni minime individuati già nella Legge di bilancio, che interesserà una platea di circa 1,3 milioni di pensionati italiani. Gli aumenti dunque partiranno da luglio 2023 e ma ai pensionati verranno corrisposti importi più alti con arretrati e nel mese di Luglio 2023 verranno erogate anche le quattordicesime.

    L’aumento è stato pensato per fronteggiare la necessità di contrastare l’aumento del tasso di inflazione che ha raggiunto nei mesi scorsi cifre record, ossia l’11,6%. Infatti gli importi aumenteranno per i titolari di prestazioni pensionistiche minime cioè per coloro che allo stato attuale percepiscono 563,74 euro mensili.

    Secondo quando comunicato dall’INPS l’aumento è concesso da gennaio a dicembre 2024 e sarà dell’1,5% per le pensioni di importo pari o inferiori al trattamento minimo INPS per il 2023, e del 2,7% nel 2024. Per gli gli over 75 l’aumento per il 2023 sarà del 6,4%.

    PENSIONE, GLI IMPORTI OGGETTO DELL’AUMENTO Vi ricordiamo che l’aumento degli importi dei trattamenti pensionistici non spetta a tutti ma solo a coloro che allo stato attuale percepiscono l’assegno minimo cioè 563,74 euro, o cifre più basse. Nello specifico per gli over 75 si attende un aumento fino a 600 euro.

    La circolare INPS del 3 aprile 2023 prevede dunque per i beneficiari over un aumento di 36,08 euro al mese a partire dal 1 luglio. Per coloro che ricevono la pensione minima dunque l’importo dell’assegno sale a 599,82 euro al mese. Per coloro che hanno un’età anagrafica inferiore ai 75 anni, invece, l’aumento è più contenuto.

    1. Si attesterà cioè intorno all’1,5% con un aumento degli importi da 563,74 a 572,20 euro, che in sintesi significa 8 euro in più.
    2. L’assegno di luglio sarà particolarmente alto perchè l’INPS pagherà anche gli arretrati calcolati a partire da gennaio e la quattordicesima.
    3. Quest’ultima è una somma aggiuntiva che spetta a chi ha almeno 64 anni e un reddito complessivo fino a un massimo di 1,5 volte il trattamento minimo annuo del Fondo pensioni lavoratori dipendenti fino al 2016 e fino a 2 volte il trattamento minimo annuo del Fondo lavoratori dipendenti dal 2017.

    IN SINTESI, SU OGNI 100 EURO DI PENSIONE: Un pensionato under 75 avrà aumento di 1,50 euro; un pensionato over 75 avrà aumento di 6,40 euro; gli arretrati calcolati sui sei mesi per gli under 74 saranno di 9 euro; gli arretrati calcolati sui sei mesi per gli over 75 saranno di 38.40 euro.

    Per effetto della progressione gli importi spettanti saranno per coloro che hanno un reddito fino a 1,5 volte la pensione minima Inps: 437 euro per una contribuzione versata inferiore a 15 anni (che salgono a 18 anni per gli autonomi); 546 euro per contributi compresi tra 15 e 25 anni (fra i 18 e i 28 anni per gli autonomi); 655 euro per chi possiede contributi superiore a 25 anni (28 anni per gli autonomi).

    Se il reddito annuale risulta tra 1,5 volte e 2 volte il trattamento minimo Inps i nuovi importi saranno: 336 euro con contributi inferiori a 15 anni (che salgono a 18 anni per gli autonomi); 420 euro con contributi compresi tra 15 e 25 anni (18 e 28 anni per gli autonomi); 504 euro con contributi superiori a 25 anni (28 anni per gli autonomi).

    Quanti anni di contributi ci vogliono per andare in pensione a 60 anni?

    Come andare in pensione a 60 anni con Opzione Donna È necessario aver maturato 35 anni di contributi e avere 58 anni di età nel caso di lavoratrici dipendenti oppure 59 anni in caso di lavoratrici autonome.

    Quali sono i requisiti per andare in pensione a 58 anni?

    1) Opzione donna: le regole 2023 e le finestre di decorrenza Inoltre l’eta di accesso sale a 60 anni sia per le dipendenti che per le autonome, senza figli e con anticipo di 1 anno per ogni figlio, entro un massimo di due, quindi è fissata a: 58 anni per chi ha avuto due o più figli.

    Quanto si prende con 20 anni di contributi e 67 anni di età?

    Cumulo dei periodi assicurativi per chi è in possesso di contribuzione prima del 1.1.1996 (L.n.228/2012 e L.n.232/2016) – Dal 1° gennaio 2013 è stata introdotta un’altra possibilità di cumulo gratuito dei periodi assicurativi non coincidenti per gli iscritti a diverse gestioni pensionistiche.

    All’inizio si potevano cumulare solo i periodi posseduti nell’assicurazione obbligatoria dei lavoratori dipendenti, nelle gestioni speciali dei lavoratori autonomi, nella gestione separata dei cosiddetti parasubordinati e nelle forme sostitutive ed esclusive. Dal 1° gennaio 2017, invece, si cumulano anche i periodi versati nelle casse dei liberi professionisti.

    Il diritto alla pensione di vecchiaia si consegue al compimento di 67 anni di età (periodo 2019-2022), con il possesso di almeno 20 anni di contribuzione. Inoltre, nei casi in cui l’ultima contribuzione sia stata versata nella gestione separata, l’Inps richiede anche la maturazione di un importo minimo del trattamento, pari ad almeno 1,5 volte quello dell’assegno sociale (€ 690,42 mensili nel 2021).

    Nei casi di presenza di contribuzione versata presso una cassa dei liberi professionisti, il cui Regolamento preveda requisiti minimi per la pensione di vecchiaia più elevati rispetto ai 67 anni di età sopra indicati e ai 20 anni di contribuzione, tali periodi della cassa (quelli non coincidenti) sono validi per la maturazione del diritto alla pensione di vecchiaia, ma saranno valorizzati ed erogati (insieme a quelli coincidenti) solo quando saranno perfezionati i requisiti anagrafici e contributivi previsti dalla stessa cassa.

    In sostanza, in queste situazioni, il trattamento pensionistico viene liquidato in “forma progressiva”. La pensione di vecchiaia in cumulo decorre dal mese successivo a quello di raggiungimento dei requisiti o, in caso di esplicita richiesta da parte dell’interessato, dal mese successivo alla presentazione della domanda.

    1. Per i dipendenti a tempo indeterminato del comparto scuola e AFAM, invece, la decorrenza è fissata dall’inizio dell’anno scolastico (1° settembre) o accademico (1° novembre) dell’anno di maturazione dei requisiti.
    2. Dal 1° gennaio 2017 si può accedere alla pensione anticipata in cumulo.
    3. Per il diritto a questa prestazione le donne devono maturare 41 anni e 10 mesi di contribuzione mentre gli uomini 42 anni e 10 mesi.

    Se sono stati versati contributi nel Fondo pensioni lavoratori dipendenti o in un Fondo sostitutivo, il requisito si perfeziona valutando tutti i contributi accreditati, fermo restando che bisogna comunque avere 35 anni senza considerare la contribuzione figurativa per malattia, disoccupazione, ASpI, mini-ASpI e NASpI.

    1. I requisiti per la pensione anticipata non sono stati adeguati all’incremento della speranza di vita e resteranno invariati fino al 31.12.2026.
    2. Tuttavia, per chi matura il requisito contributivo a partire dal 1° gennaio 2019 è prevista la cosiddetta “finestra”, ovvero l’attesa di 3 mesi dal perfezionamento di tale requisito.

    Per il personale a tempo indeterminato del comparto scuola e AFAM, invece, la decorrenza è fissata dal 1° settembre o 1° novembre dello stesso anno solare in cui si matura il requisito contributivo. Nel triennio 2019-2021, si può accedere anche alla pensione anticipata «Quota 100» in cumulo,a 62 anni di età con almeno 38 anni di contribuzione.

    1. Inoltre, a determinate condizioni espressamente stabilite dalla norma enel limite delle risorse previste annualmente, è possibile ottenere la pensione anticipata in cumulo con 41 anni di contribuzione se lavoratrice/lavoratore “precoce”, ovvero se si è in possesso di 12 mesi di lavoro effettivo prima del compimento del 19° anno di età.
    2. Per informazioni più dettagliate sulle pensioni “Quota 100” e per “precoci” si rimanda alle apposite sezioni.
    3. Infine, si può ricorrere al cumulo anche per ottenere la pensione di inabilità assoluta e permanente a svolgere qualsiasi attività lavorativa (o a proficuo lavoro se da ultimo il lavoratore è iscritto all’ex Inpdap o all’ex Ipost) e la pensione indiretta ai superstiti.

    Le quote che compongono il trattamento pensionistico vengono calcolate secondo le regole di calcolo previste da ciascun ordinamento (retributivo, misto o contributivo), in base all’anzianità contributiva maturata al 31.12.1995. Per stabilire se si ha diritto ad una quota retributiva fino al 31 dicembre 2011 (e poi contributiva) oppure ad una quota retributiva fino al 31 dicembre 1995 (e poi contributiva) occorre verificare se al 31.12.1995 il lavoratore avesse o meno raggiunto i 18 anni di contributi complessivi considerando, a tale data, i contributi versati nelle varie gestioni coinvolte, tranne quelli versati nelle casse libero professionali.

    Quanto si prende di pensione a 67 anni con 35 anni di contributi?

    La pensione è pari al 2% del reddito pensionabile moltiplicato per il numero di anni di anzianità contributiva (per un massimo di 40 anni). Un lavoratore che ha lavorato per 35 anni otterrebbe quindi il 70% del reddito pensionabile.

    Cosa cambia per le pensioni nel 2023?

    Nel 2023 si va in pensione di vecchiaia con almeno 20 anni di contributi e 67 anni di età. Il requisito anagrafico resterà invariato fino al 31 dicembre 2024, per via della pandemia che ha aumentato la mortalità e resi nulli i due adeguamenti previsti per il primo gennaio 2021 e il primo gennaio 2023.

    Qual è l’importo della pensione minima?

    Come si applica – Va ricordato come l’ importo minimo provvisorio della pensione nel 2023, così come evidenziato nella circolare Inps n.35/2023, è pari a 563,74 euro (cresciuto del 7,3% rispetto al 2022), che maggiorato dell’1,5% diventa 572,20 euro, mentre maggiorato del 6,4% diventa 599,82 euro.

    Come viene poi specificato dal messaggio Inps n.2329/2023 nel caso di pensione integrata al trattamento minimo, l’incremento è calcolato con riferimento all’importo integrato al trattamento minimo; nel caso di pensioni non integrate al trattamento minimo, il cui importo a calcolo sia pari o inferiore al trattamento minimo INPS, l’incremento viene calcolato sull’importo lordo in pagamento.

    Se nel corso dell’anno 2023 il beneficiario compie i 75 anni di età, l’incremento viene adeguato dal mese successivo al compimento dell’età. Nel caso delle pensioni ai superstiti cointestate, anche con pagamento disgiunto, il diritto all’incremento è valutato sulla base del trattamento complessivamente spettante a tutti i contitolari e ripartito tra i beneficiari in proporzione alla percentuale di pensione spettante.

    Chi può andare in pensione a 55 anni?

    Si può andare in pensione a 55 anni solo in caso di gravi disabilità (cecità, grave disabilità o inabilità totale al lavoro) rispettivamente con un’anzianità minima contributiva di 10, 20 e 5 anni.

    Perché mi hanno ridotto la pensione 2023?

    Pensioni giugno 2023, l’INPS annuncia nuovi tagli: quali pensionati verranno colpiti – Saranno dunque i pensionati a basso reddito a dover restituire gli importi indebitamente percepiti. Nello specifico, i tagli alle pensioni giugno 2023 verranno effettuati in quanto l’INPS, nel tentativo di recuperare il denaro erroneamente erogato, effettuerà delle trattenute all’importo della pensione.

    • Ovviamente, qualora si rientri in uno dei casi analizzati al paragrafo precedente, si riceverà una preventiva comunicazione da parte dell’Istituto.
    • L’INPS cioè avviserà i pensionati interessati, che dovranno scontare questa sorta di debito in 24 rate nel caso in cui l’indebito sia relativo alla quattordicesima,

    Se, invece, il denaro da restituire riguarda i 154,94 euro previsti dalla Legge 388/2000, si avranno a disposizione 12 rate. Si tratta di una situazione decisamente spiacevole, soprattutto perché riguarda i pensionati che, di base, percepiscono una pensione bassa.

    Cosa fare con 30 anni di contributi posso andare in pensione?

    30 anni di contributi bastano per la pensione di vecchiaia – L’alternativa per accedere alla pensione con 30 anni di contributi è quella di attendere l’età prevista per il trattamento di vecchiaia. Abbiamo infatti detto che, in questo particolare caso, si può accedere anche con 20 anni di contributi versati,

    Dove chiedere informazioni per la pensione?

    Non sai a chi rivolgersi per il calcolo della pensione? Per il calcolo della pensione puoi rivolgerti sia al Patronato INPAS che online sul portale dell’ INPS!

    Quanto prende di pensione uno che guadagna 2000 euro al mese?

    Quale pensione rispetto a uno stipendio di 2mila euro? – Chi oggi guadagna 2.000 euro al mese prenderà una pensione che può andare dai 1.600 euro ai 1.000 euro circa, a seconda dei vari parametri che entrano in gioco.