28 1914 . – 11 1918 .12 1947 . – 26 1991 .25 1950 . – 27 1953 .
Quando è finita la 2 guerra mondiale in Italia?
SECONDA GUERRA MONDIALE: FINE DEL CONFLITTO – Quando finì esattamente la Seconda guerra mondiale ? La risposta non è facile come pensi. Scopriamola! In Italia festeggiamo la fine della guerra il 25 aprile, giorno in cui nel 1945 i partigiani liberarono il Nord Italia dall’occupazione tedesca e dal regime fascista,
Quiz di verifica sulla Seconda guerra mondiale : scopri quanto ne sai su questo argomento
Ma la guerra, ufficialmente, finì il 2 settembre del 1945 : il giorno in cui il ministro degli esteri giapponese Shigemitsu firmò per conto dell’imperatore un trattato di resa incondizionata alle potenze alleate. Curiosità : una piccola divisione nazista, operante in un’isola a nord della Norvegia, continuò a combattere fino al 7 settembre del 1945, ovvero una settimana dopo la fine della seconda guerra mondiale,
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Cosa è successo il 9 maggio 1945?
9 maggio 1945 Berlino, 30 aprile 1945. Bandiera rossa sul Reichstag, una delle fotografie che hanno fatto la storia Il 9 maggio di 74 anni fa, con la resa incondizionata della Germania nazista alle forze alleate, finiva in Europa la seconda guerra mondiale.
La capitolazione era stata siglata a Berlino intorno alle 2,15 della notte ma la notizia venne diffusa la mattina successiva. Si concludevano così sei anni del conflitto bellico più grande e sanguinoso che il vecchio continente avesse conosciuto, festeggiati anche dai combattenti della Resistenza che sfilarono in molte città italiane.
Parma, 9 maggio 1945. Le brigate partigiane festeggiano la fine della guerra in Europa L’atto era stato preceduto dalla resa militare firmata il 7 maggio a Reims, in Francia, e venne ripetuto nella capitale tedesca alla presenza di una delegazione dell’Unione Sovietica.
Proprio Berlino era stata teatro dell’ultima grande offensiva in territorio europeo: l’Armata Rossa aveva dovuto lottare per ben sei giorni durante i quali Hitler, che aveva deciso di rimanere nella capitale accerchiata cercando di organizzare l’ultima reazione, il 30 aprile si era tolto tolse la vita per non cadere in mano nemica.
Berlino. Il negoziatore tedesco, il generale Alfred Jodl, firma la resa della Germania nazista Il bilancio della guerra sarà il più tragico che si ricordi a memoria d’uomo: si calcolano più di 70 milioni di morti di cui almeno 25 milioni dell’Unione Sovietica.
Quando 3 finita la seconda guerra mondiale?
Quando finì la Seconda Guerra Mondiale in Europa? – Le forze armate tedesche si arresero agli Alleati senza condizioni il 7 maggio 1945. La resa ebbe effetto dal giorno successivo, l’8 maggio. La Seconda Guerra Mondiale terminò nella maggior parte dei Paesi in Europa l’8 maggio (Giornata della Vittoria).
Chi ha provocato la seconda guerra mondiale?
La Germania diede inizio alla Seconda Guerra Mondiale con l’invasione della Polonia, il primo settembre 1939. Negli anni successivi, i Tedeschi invasero altri undici paesi. La maggior parte degli Ebrei europei viveva in paesi che la Germania nazista avrebbe occupato o con cui si sarebbe alleata durante la guerra.
Cosa successe il 28 aprile del 1945?
Settantacinque anni fa, il 28 aprile del 1945, Benito Mussolini e la sua amante Clara Petacci furono uccisi dai partigiani a Giulino di Mezzegra, sul Lago di Como. I due avevano lasciato Milano – dove Mussolini aveva cercato di trattare con il Comitato di Liberazione Nazionale – il 25 aprile, il giorno delle insurrezioni della Liberazione, ma furono riconosciuti e catturati il 27 aprile a Dongo, sempre in provincia di Como, mentre tentavano di fuggire.
Il 29 aprile il Comitato di Liberazione Alta Italia rivendicò l’esecuzione e i corpi di Mussolini e Petacci furono, come è noto, riportati nel capoluogo lombardo ed esposti in Piazzale Loreto insieme a quelli di altri esponenti fascisti, come simbolo della fine del regime. I fatti riguardanti la cattura e l’esecuzione dell’ex duce sono tuttora in parte confusi, complice il caos che si era necessariamente creato con il volgere al termine della Seconda Guerra Mondiale e la caduta del regime fascista.
Ad esempio, non è ancora chiaro quali fossero le intenzioni di Mussolini e perché si trovasse a Como: se per nascondersi fino all’arrivo degli Alleati – ai quali, secondo l’ Armistizio di Cassibile del 3 settembre del 1943, sarebbe dovuto essere consegnato in caso di cattura – o se per scappare in Svizzera o altrove.
Che cosa è successo il 25 aprile 1945?
Con la liberazione delle grandi città del Nord e la resa dei tedeschi in Italia, la primavera del 1945 segnò la fine del nazifascismo nel nostro Paese. La data del 25 aprile, giorno della liberazione di Milano, fu scelta in seguito come anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo. Focus Storia :dal numero 101 (marzo 2015) – disponibile in formato digitale – interamente dedicato al crollo del nazifascismo, proponiamo un’infografica che ripercorre i fatti più importanti del 1945 (cliccate sull’immagine per ingrandirla). È in edicola il nuovo Focus Storia! © Focus Storia Fotogallery 25 aprile 1945: le foto della Liberazione Con la festa della Liberazione si celebra la fine del regime fascista, dell’occupazione nazista in Italia e della Seconda guerra mondiale, simbolicamente indicata al 25 aprile 1945. La data del 25 aprile venne stabilita nel 1949: fu scelta convenzionalmente perché fu il giorno della liberazione da parte dei partigiani delle città di Milano e Torino, ma la guerra continuò per qualche giorno ancora, fino ai primi giorni di maggio. Milano, 25 aprile 1945. Uomini in azione per occupare la sede del “Corriere della Sera”, nel giorno della Liberazione. Foto: © Mondadori Portfolio 1945. Una donna anziana mostra la sua gratitudine a un soldato americano dopo la liberazione d’Italia. Foto: © Three Lions/Getty Images Adv Ferrara, 24 aprile 1945. Un soldato britannico dell’Ottava armata bacia una ragazza dopo l’ingresso in città. Foto: © Mondadori Portfolio Brescia, aprile 1945. Alcune ausiliarie della Luftwaffe e della RSI su un veicolo della 13esima pattuglia alleata, trasportate verso un campo di prigionia. Foto: © Mondadori Portfolio Pieris, frazione del comune di San Canzian d’Isonzo, in provincia di Gorizia, maggio 1945. La popolazione locale sventola bandiere e mostra cartelli a una jeep britannica di passaggio, diretta a Trieste. Foto: © Mondadori Portfolio Adv Ferrara, 24 aprile 1945. Soldati britannici della Ottava armata applauditi dai civili per le strade della città. Foto: © Mondadori Portfolio Bologna, 25 aprile 1945. Due giovani donne e un bambino in posa con dei soldati polacchi su un carro armato, dopo la liberazione della città da parte dalle truppe alleate. Foto: © Mondadori Portfolio Ferrara, 24 aprile 1945. La popolazione applaude le truppe britanniche che fanno ingresso in città. Foto: © Mondadori Portfolio Adv Milano, 25 aprile 1945. Un gruppo di partigiani lungo Corso Ticinese, salutato dagli applausi della popolazione della città liberata. A una finestra, sventola il tricolore. Foto: © Mondadori Portfolio Verona, 26 aprile 1945. Persone in festa sfilano con cartelli e bandiere accogliendo le truppe britanniche che entrano in città. Foto: © Mondadori Portfolio Mestre, 29 aprile 1945. Soldati britannici dell’Ottava unità celebrano la liberazione con un gruppo di civili. Foto: © Mondadori Portfolio Adv Milano, 6 maggio 1945. Soldati britannici e americani in piedi su un carro armato in Piazza Castello a Milano. Foto: © Mondadori Portfolio Milano, aprile 1945. La folla lungo le strade saluta le truppe americane che fanno ingresso a Milano. Foto: © Keystone Milano, maggio 1945. Un soldato osserva la nuova targa di Corso Matteotti, in onore del socialista ucciso dai fascisti nel 1924. Questa strada centrale di Milano durante il fascismo era chiamata Corso del Littorio. Foto: © Mondadori Portfolio Adv Maggio 1945, Chiasso. Famiglie di ex rifugiati in Svizzera si affacciano ai finestrini del treno che li riporta in Italia. Foto: © Mondadori Portfolio Approfondimenti
Cosa accadde il 7 maggio del 1945?
Cronologia –
- L’esercito sovietico e quello statunitense si incontrano il 25 aprile, tagliando la Germania in due. Le prime unità a prendere contatto sono la 69ª divisione di fanteria statunitense e la 58ª divisione sovietica vicino a Torgau sul fiume Elba,
- Morte di Mussolini, Il 27 aprile, mentre gli Alleati si avvicinano a Milano, Benito Mussolini viene catturato da partigiani italiani mentre stava cercando di fuggire in Svizzera insieme all’amante Claretta Petacci (o, secondo altri, verso il Ridotto alpino repubblicano ). Il 28 aprile gli altri esponenti di spicco della RSI (tra cui Alessandro Pavolini e Francesco Maria Barracu ) vengono portati a Dongo e fucilati. Mussolini e Claretta Petacci, invece, sono fucilati a Giulino di Mezzegra, I corpi vengono trasportati a Milano ed esposti alla folla.
- Morte di Hitler, Alle ore 15.15 circa del 30 aprile, mentre sopra di lui infuria la fase conclusiva della battaglia di Berlino, rendendosi conto, seppur con estremo ritardo, che tutto era perduto, Adolf Hitler si suicida nel bunker della Cancelleria assieme a sua moglie Eva Braun, Nel suo testamento, Hitler nomina l’ammiraglio Karl Dönitz nuovo Reichspräsident e Joseph Goebbels nuovo Cancelliere del Reich ( Reichskanzler ). Tuttavia Goebbels si suicida già il 1º maggio. Lutz Graf Schwerin von Krosigk, che era stato nel governo di Hitler Ministro delle finanze fin dal 1933, ma mai membro del NSDAP, viene chiamato dal presidente Dönitz a succedergli. Von Krosigk, tuttavia, rifiuta di ricoprire la carica di Cancelliere della Germania, assumendo la qualifica di Primo Ministro, Dönitz quindi assume contemporaneamente la carica di Reichspräsident e quella di Reichskanzler.
- Conquista del palazzo del Reichstag, Alle ore 22.50 del 30 aprile i sergenti sovietici Meliton Kantaria e Michail Egorov innalzano sul tetto del palazzo del Reichstag la bandiera della Vittoria dell’ Armata Rossa,
- Le forze tedesche in Italia si arrendono, Il 1º maggio il generale delle SS Karl Wolff e il comandante in capo della 10ª armata tedesca, generale Heinrich von Vietinghoff, dopo lunghi negoziati segreti e non autorizzati con gli Alleati, ordinano a tutte le forze tedesche in Italia di cessare le ostilità e firmano un documento di resa incondizionata.
- Le forze tedesche a Berlino si arrendono, Il 2 maggio termina la battaglia di Berlino. In quella data il generale Helmuth Weidling, comandante dell’area difensiva di Berlino, consegna senza condizioni la città al generale dell’ Armata Rossa Vasilij Čujkov, Lo stesso giorno gli ufficiali al comando delle due armate a nord di Berlino (il generale Kurt von Tippelskirch al comando della 21ª armata e il generale Hasso von Manteuffel comandante della 3ª armata Panzer ) si arrendono agli Alleati.
- Le forze tedesche nella Germania nordoccidentale, Danimarca, Paesi Bassi si arrendono, Il 4 maggio il feldmaresciallo britannico Bernard Law Montgomery riceve dai generali Hans-Georg von Friedeburg e Hans Kinzel la resa incondizionata di tutte le forze in Olanda, nella Germania nord-occidentale e in Danimarca, comprese le forze navali
- Termine delle operazioni degli U-Boot, Il 5 maggio Dönitz ordina a tutti gli U-Boot di cessare le operazioni offensive e di tornare alle loro basi. Alle 14:30 il generale Hermann Foertsch comunica la resa di tutte le forze comprese tra le montagne della Boemia e il fiume Eno al generale statunitense Jacob L. Devers, comandante del 6º gruppo. Alle 16:00 il generale Johannes Blaskowitz, comandante in capo in Olanda, si arrende al generale canadese Charles Foulkes, nella piccola città olandese di Wageningen, alla presenza del principe Bernhard (facente funzioni di comandante in capo delle forze interne olandesi), A Dresda Martin Mutschmann fa sapere che sta per essere lanciata un’offensiva tedesca in larga scala sul fronte orientale. Due giorni dopo viene catturato dalle forze sovietiche mentre cerca di fuggire,
I sergenti Meliton Kantaria e Michail Egorov sventolano la bandiera rossa della vittoria sul tetto del palazzo del Reichstag al termine della battaglia di Berlino
- Le forze tedesche a Breslavia si arrendono, Il 6 maggio alle 18:00 il generale Hermann Niehoff, al comando della città-fortezza di Breslavia, circondato e assediato da mesi, si arrende ai sovietici,
- Jodl e Keitel si arrendono, Un’ora e mezza dopo la caduta della fortezza di Breslavia, il generale Alfred Jodl giunge a Reims e, seguendo le istruzioni di Dönitz, offre la resa di tutte le forze tedesche che stavano combattendo contro gli Alleati occidentali, Eisenhower pretende invece la resa incondizionata di tutte le forze tedesche, comunicando a Jodl che, in caso contrario, avrebbe ordinato la chiusura delle linee occidentali ai soldati tedeschi, costringendoli ad arrendersi ai sovietici, Jodl informa Dönitz della posizione di Eisenhower. Poco dopo la mezzanotte, Dönitz, accettando l’inevitabile, invia un messaggio a Jodl, autorizzando la completa e totale resa di tutte le forze tedesche, Alle 02:41 della mattina del 7 maggio 1945 il generale Alfred Jodl firma nei quartier generali Alleati di Reims in Francia i documenti di resa della Germania, I documenti stabiliscono che la cessazione delle attività della Germania deve avvenire alle 23:01 CET dell’8 maggio 1945, Il giorno successivo il feldmaresciallo Wilhelm Keitel, assieme ad altri rappresentanti dell’alto comando ( Oberkommando der Wehrmacht ), giungono a Berlino, dove firmano un documento simile, alla presenza del maresciallo Georgij Žukov, arrendendosi esplicitamente alle forze sovietiche, La cerimonia della firma avviene in una villa in cui era stato posto il Comando sovietico, nella periferia orientale di Berlino, nel quartiere di Karlshorst, divenuto decenni dopo l’attuale museo russo-tedesco.
- Vittoria alleata in Europa, La resa viene firmata il 7 maggio a Reims tra la Germania e gli anglo-americani, ma, per volere di Stalin, viene firmata una seconda resa a Berlino nella tarda notte dell’8 maggio (già il 9 maggio a Mosca ), per cui, mentre Stati Uniti e Regno Unito dichiarano l’8 maggio il giorno della vittoria in Europa, secondo il tempo di Mosca la resa della Germania avviene il 9 maggio, e quindi l’anniversario della vittoria viene proclamato il 9 maggio.
- Il governo di Dönitz viene sciolto da Eisenhower, Karl Dönitz continuò a occupare la carica di capo di Stato, ma il suo Governo di Flensburg (chiamato così poiché era situato a Flensburg ) venne dissolto dopo la resa dell’8 maggio. Il 23 maggio 1945 viene inviato un ufficiale inglese a Flensburg per riferire l’ordine di Eisenhower di sciogliere il governo e arrestare i suoi membri. Anche se le forze della Germania si erano arrese incondizionatamente, il comando alleato ( Supreme Headquarters Allied Expeditionary Force ) non aveva utilizzato il documento creato dalla ” European Advisory Commission ” e quindi non lo aveva fatto neppure il governo civile della Germania. Questo fu considerato un problema importante, poiché la resa dei civili, ma non dei militari, nel 1918 era stata utilizzata da Hitler per creare la leggenda della “pugnalata alle spalle”, Gli Alleati non volevano fornire a un futuro governo ostile tedesco l’opportunità di sfruttare nuovamente questo argomento, perciò decisero di non riconoscere Dönitz e firmare un documento che creava il Consiglio di Controllo Alleato ( Allied Control Council ) e stabiliva che:
( EN ) «The Governments of the United States of America, the Union of Soviet Socialist Republics, the United Kingdom and the Provisional Government of the French Republic, hereby assume supreme authority with respect to Germany, including all the powers possessed by the German Government, the High Command and any state, municipal, or local government or authority.
The assumption, for the purposes stated above, of the said authority and powers does not affect the annexation of Germany.» ( IT ) «I Governi degli Stati Uniti d’America, dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, del Regno Unito e il Governo Provvisorio della Repubblica Francese, con la presente, assumono l’autorità suprema sulla Germania, inclusi tutti i poteri posseduti dal Governo tedesco, dall’Alto Comando e da ogni governo o autorità dello stato, municipali o locali.
L’assunzione, per gli scopi sopraccitati, di tali poteri e autorità non intende essere un’annessione della Germania.»
- Le unità tedesche cessano il fuoco, Sebbene i comandanti della maggior parte delle forze tedesche avessero obbedito all’ordine di arrendersi emesso dall’ Oberkommando der Wehrmacht (OKW), l’Alto Comando delle forze armate tedesche, non tutti i comandanti lo fecero. Il contingente più numeroso a non farlo fu il Gruppo d’Armate Centro, sotto il comando del Generalfeldmarschall Ferdinand Schörner, il quale era stato promosso comandante in capo dell’esercito il 30 aprile nell’ultima volontà e testamento di Hitler, L’8 maggio, Schörner abbandonò il suo comando e volò in Austria, dove verrà arrestato dagli americani il 18 maggio ; l’ esercito sovietico così inviò una forza schiacciante contro il gruppo d’armate Centro nell’ offensiva di Praga, costringendo le unità tedesche a capitolare entro l’11 maggio. Le altre forze che non si arresero entro l’8 maggio si arresero frammentariamente:
- La Seconda Armata, sotto il comando del generale von Saucken, sulle teste di Heiligenbeil e Danzica, sulla penisola di Hel nel delta della Vistola, si arrese il 9 maggio, così come le forze sulle isole greche; le guarnigioni della maggior parte delle ultime tasche atlantiche in Francia, a Dunkerque e La Rochelle (dopo l’ assedio degli Alleati );
- La tasca atlantica di Lorient si arrende il 10 maggio;
- La tasca atlantica di Saint-Nazaire si arrende l’11 maggio;
- Battaglia di Slivice, l’ultima battaglia in Cecoslovacchia, il 12 maggio;
- Il 13 maggio, l’Armata Rossa fermò tutte le offensive in Europa. In questa data sono state raccolte tasche isolate di resistenza in Cecoslovacchia;
- Il presidio di Alderney, una delle Isole del Canale occupate dai tedeschi, si arrese il 16 maggio, una settimana dopo che le guarnigioni di Guernsey e Jersey si erano arrese il 9 maggio e quelle di Sark il 10 maggio;
- Un ingaggio militare ebbe luogo in Jugoslavia, nell’odierna Slovenia, il 14 e 15 maggio, noto come battaglia di Poljana ;
- La rivolta georgiana di Texel (5 aprile – 20 maggio), combattuta tra unità dell’ esercito collaborazionista nazista georgiano a Texel contro gli occupanti tedeschi di quell’isola olandese;
- L’ultima battaglia in Europa, la battaglia di Odžak tra l’ esercito jugoslavo e le forze armate croate, si concluderà il 25 maggio,
- Una nuova Germania : a luglio/agosto i leader alleati pianificano il nuovo governo tedesco postbellico, reimpostano i confini del territorio, ordinano la smilitarizzazione e la denazificazione della Germania. Alla Conferenza di Potsdam i paesi dell’ Asse vengono obbligati a risarcire i danni di guerra alle nazioni vincitrici. Viene deciso lo smembramento della Germania in quattro settori d’occupazione, da cui poi si origineranno la Germania Ovest e la Germania Est,
- Resa dell’ultima unità di combattimento tedesca : il personale della stazione meteorologica Haudegen, posta nelle norvegesi isole Svalbard, sino ad allora impegnato nella guerra meteorologica, si consegna agli Alleati il 9 settembre 1945, ultima unità della Wehrmacht a deporre le armi, alcuni giorni dopo l’ Atto di resa giapponese del 2 settembre, che è considerato universalmente come il momento conclusivo della seconda guerra mondiale.
Quando l’Italia si allea con l’America?
Con articoli tratti da «RS – Ricerche Storiche» La sera dell’8 settembre, in un famoso comunicato alla radio, il generale Badoglio rese noto l’armistizio firmato in gran segreto con le forze alleate qualche giorno prima. A nulla valse la richiesta in extremis di un rinvio rivolta direttamente al presidente americano F.D. Non restò che piegarsi e preparare l’alternativa della fuga. Del resto, si era giunti a tale conclusione non senza tentennamenti, voltafaccia, piccole astuzie e sottovalutando i rapporti di forza, la qual cosa avrebbe comportato per il paese una svolta decisiva e terribile.
Nella memoria collettiva l’8 settembre è divenuto uno dei momenti più tragici della storia nazionale. All’annuncio seguì la precipitosa fuga notturna da Roma di re, governo e comando supremo. L’unica direttiva alle forze armate furono le oscure parole lette da Badoglio alla radio, con l’unica preoccupazione di non cadere in mani tedesche.
Soltanto alle 0:50, in seguito a valanghe di richieste di istruzioni, il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Roatta fa trasmettere il fonogramma “Ad atti di forza reagire con atti di forza”, Scatta su tutto il territorio italiano, in Francia, in Croazia, in Grecia e Jugoslavia il piano tedesco per il disarmo delle truppe italiane.
- Si tratta di 1.090.000 uomini dislocati in Italia e di 900.000 dislocati nei Paesi occupati.
- Un esercito numericamente notevole ma male equipaggiato e con armamento inadeguato alle esigenze del momento.
- La notizia dell’armistizio è pubblicata dai giornali italiani (9 settembre 1943),
- La famiglia reale e i generali, in fuga, raggiungono Pescara e si imbarcano per Brindisi; Roma è abbandonata, e nessuno ne ha organizzato la difesa.
L’unico che si impegna in tal senso, è il generale Caviglia, storico rivale di Badoglio. Nasce il Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) : gli antifascisti cercano di coprire il vuoto di potere. Iniziano ad organizzarsi le prime formazioni partigiane che daranno vita a forme di Resistenza armata e civile per i restanti venti mesi di guerra.
Nel nord Italia a Salò si forma la Repubblica Sociale Italiana fortemente voluta dai nazisti di Hitler per meglio poter operare sul territorio italiano. La notizia dell’armistizio a Reggio Emilia venne appresa alle 19,42 per radio e suscitò nei reggiani esplosioni di gioia, ma subito preoccupazione. Lo stato d’animo era profondamente diverso rispetto a quanto avvenne il 25 luglio alla caduta del fascismo.
Allora si riteneva che si sarebbe usciti presto dalla guerra voluta da Mussolini, invece la politica badogliana aveva frustrato duramente la gioia popolare con l’eccidio delle “Reggiane”, continuando la guerra e aprendo le porte ai tedeschi. Ora la gioia della notizia dell’armistizio si intrecciava con la domanda di come l’avrebbero presa i tedeschi, quale sarebbe stata la loro reazione e in quale situazione concreta si sarebbero trovate le migliaia di uomini alle armi lontane lontani da casa, sparsi per l’Italia e all’estero.
Chi libero l’Europa dai tedeschi?
A Berlino-Karlshorst si è conclusa la seconda guerra mondiale in Europa. Nell’aprile del 1945 quando l’Armata Rossa sovietica conquistò Berlino, capitale del Reich tedesco e centro del dominio nazionalsocialista, stabilì la sua sede nel quartiere di Karlshorst.
- Da qui continuarono le operazioni per la conquista del centro di Berlino.
- La città capitolò il 2 maggio 1945.
- La prima firma della resa incondizionata tedesca ebbe luogo nella città francese di Reims il 7 maggio 1945.
- Tuttavia nella città francese non firmarono i generali tedeschi al comando della Wehrmacht.
Pertanto, gli Alleati si accordarono affinché la resa venisse ratificata il giorno dopo a Berlino da militari tedeschi di più alto rango. Nell’edificio dell’odierno museo, nella notte tra l’8 e il 9 maggio 1945, i Comandanti in capo della Wehrmacht tedesca firmarono la resa incondizionata davanti ai rappresentanti delle vittoriose potenze alleate – Unione Sovietica, Gran Bretagna, USA e Francia.
Questo pose fine alla seconda guerra mondiale in Europa. Il presidente americano Truman e il primo ministro britannico Churchill annunciarono la resa già l’8 maggio 1945. A Mosca fu annunciato solo il 9 maggio 1945, dopo la firma a Berlino-Karlshorst. Per questo motivo la fine della guerra in Europa viene commemorata in giorni diversi a seconda del paese.
La ragione per cui questo atto ebbe luogo proprio a Karlshorst fu principalmente di natura pratica, nella Berlino bombardata vi erano ben pochi edifici da poter utilizzare per tale occasione, inoltre l’Armata Rossa aveva già il suo quartier generale a Karlshorst.
Perché è finita la seconda guerra mondiale?
1944-45: lo sbarco in Normandia e la sconfitta della Germania e del Giappone – Alla fine del 1943 Churchill, Roosevelt e Stalin decisero di aprire un secondo fronte in Europa. Di qui lo sbarco in Normandia nel giugno 1944, a cui fece seguito, poco dopo, la liberazione della Francia e del Belgio.
A sostenere la controffensiva alleata era in atto da tempo una massiccia offensiva aerea che aveva per obiettivo il territorio tedesco. I danni inflitti dai 6.000 bombardieri pesanti operanti dall’Inghilterra e dalle basi in Italia meridionale distrussero infrastrutture e fiaccarono la popolazione. Tra le macerie delle città colpite morirono più di 630.000 civili tedeschi e i feriti gravi si contarono in più di un milione.
Tra la fine del 1944 e l’aprile del 1945, quando anche l’Italia venne liberata, la Germania fu invasa a ovest dagli Angloamericani e a est dai Sovietici. La battaglia di Berlino (19 aprile-2 maggio), il suicidio di Hitler (30 aprile) e l’armistizio di Reims (7 maggio) posero fine alla guerra in Europa.
- Continuò ancora qualche mese, invece, il conflitto con i Giapponesi, che resistevano strenuamente, ricorrendo anche ai kamikaze.
- La guerra col Giappone si concluse in modo drammatico, con il lancio di due bombe atomiche () su Hiroshima e Nagasaki, il 6 e il 9 agosto 1945.
- Gli effetti di questo bombardamento furono sconvolgenti.
Il Giappone capitolò immediatamente ed ebbe davvero fine la Seconda guerra mondiale. Mentre era ancora in corso il conflitto, le potenze alleate affrontarono ‒ nelle tre conferenze di Teheran (novembre-dicembre 1943), di Jalta (febbraio 1945) e di Potsdam (luglio-agosto 1945) ‒ la questione della sistemazione politico-territoriale del mondo dopo la sconfitta delle potenze nemiche.
Chi ha aiutato l’Italia nella seconda guerra mondiale?
Alleanze principali durante la Seconda Guerra Mondiale (1939~1945) – Durante la Seconda Guerra Mondiale si formarono due alleanze principali: le potenze dell’Asse e gli Alleati. I tre membri principali dell’alleanza conosciuta come Asse erano Germania, Italia e Giappone, Questi Paesi erano guidati dal dittatore tedesco Adolf Hitler, dal dittatore italiano Benito Mussolini e dall’imperatore giapponese Hirohito. Nel settembre del 1940, i tre Paesi formalizzarono la loro alleanza tramite il Patto Tripartito.
- Successivamente, altri cinque Paesi aderirono al Patto Tripartito diventando potenze dell’Asse.
- Tali Paesi erano: Bulgaria, Croazia, Ungheria, Romania e Slovacchia.
- Tutti e sei gli alleati europei dell’Asse della Germania parteciparono all’Olocausto, uccidendo gli ebrei o trasferendoli sotto la custodia tedesca per essere uccisi.
Le potenze degli Alleati erano guidate da Gran Bretagna, Stati Uniti e Unione Sovietica, Questi Paesi erano guidati dal primo ministro inglese Winston Churchill, dal presidente statunitense Franklin D. Roosevelt e dal premier sovietico Joseph Stalin. Il 1° gennaio 1942, gli Alleati formalizzarono la loro alleanza firmando la Dichiarazione delle Nazioni Unite.
- Lo stesso giorno, altri quindici stati indipendenti firmarono la Dichiarazione.
- Inoltre, la Dichiarazione fu firmata dai governi in esilio di altri otto stati che in quel momento storico erano occupati dalle potenze dell’Asse.
- Entro il marzo del 1945, altri ventuno stati dichiararono guerra alla Germania e firmarono la Dichiarazione.
A differenza degli Alleati, le potenze dell’Asse non crearono istituzioni per coordinare la politica estera o per condurre operazioni militari congiunte. Tuttavia, si impegnarono a fornirsi supporto militare e politico a vicenda.
Quando gli americani lasciano l’Italia?
Ottant’anni fa, l’8 settembre 1943, con l’annuncio dell’entrata in vigore dell’armistizio di Cassibile (Siracusa) firmato dal governo Badoglio, l’Italia si arrese alle Nazioni Unite, ma i nazifascisti – pronti da tempo – occuparono l’Italia. Gli italiani erano allo sbando, erano esasperati e già provati dalla guerra.
Raccontiamo che cosa accadde dopo l’Armistizio e come gli italiani arrivarono alla liberazione dall’occupazione nazifascista, con l’articolo “La resa e il caos” di Giuliana Rotondi tratto dagli archivi di Focus Storia. La resa e il caos. Beppe Fenoglio in Primavera di bellezza (1959) raccontò l’8 settembre del 1943 dal punto di vista di un soldato: ” E poi nemmeno l’ordine hanno saputo darci.
Di ordini ne è arrivato un fottio, ma uno diverso dall’altro, o contrario. Resistere ai tedeschi – non sparare sui tedeschi – non lasciarsi disarmare dai tedeschi – uccidere i tedeschi – autodisarmarsi – non cedere le armi “. Poche righe che rappresentano esattamente i momenti drammatici in cui il nostro Paese, stremato dalla guerra, fu consegnato in mani straniere, americane al Sud, tedesche al Nord. «L’armistizio, firmato a Cassibile il 3 settembre e reso pubblico l’8 settembre, 5 giorni dopo, era inevitabile», spiega Elena Aga Rossi, docente di Storia contemporanea all’Università dell’Aquila e autrice di Una nazione allo sbando (Il Mulino): «La situazione militare era disastrosa.
- Dopo lo sbarco in Sicilia, il governo italiano perse tempo prezioso nel vano tentativo di evitare una resa senza condizioni, gestita male dal governo Badoglio, che non allertò nemmeno i vertici militari per paura di scatenare ritorsioni tedesche. Non solo.
- Gli italiani confidavano, dopo l’armistizio, in uno sbarco alleato con grande dispiego di forze (come quello siciliano) che avrebbe costretto i tedeschi a lasciare Roma».
Radio Algeri: ore 18:30 dell’8 settembre. Per lo sbarco a Salerno (il 9 settembre) gli angloamericani si limitarono a usare forze già presenti in Sicilia e in Africa in attesa di nuove truppe dallo sbarco, già previsto, in Normandia (ma che avverrà solo nel giugno del 1944).
- «Per questo gli italiani provarono a prendere tempo, chiedendo all’ultimo momento di spostare l’annuncio dell’armistizio siglato a Cassibile», riprende la storica.
- «Ma Eisenhower rifiutò: la resa doveva essere resa pubblica in contemporanea allo sbarco di Salerno, per cogliere di sorpresa i tedeschi, contando anche sull’appoggio promesso dagli italiani.
Così diede l’annuncio da Radio Algeri alle 18:30 dell’8 settembre, costringendo Badoglio a mantenere gli impegni e a confermare poco più di un’ora dopo la resa». Il proclama (poco chiaro). Così recitava l’ambiguo proclama letto ai microfoni dell’Eiar (antesignana della Rai) alle 19:45.
- Il governo italiano, riconosciuta l’impossibilità di continuare l’impari lotta contro la soverchiante potenza avversaria, nell’intento di risparmiare ulteriori e più gravi sciagure alla Nazione ha chiesto un armistizio al generale Eisenhower, comandante in capo delle forze alleate angloamericane”.
- E proseguiva: “La richiesta è stata accolta.
Conseguentemente, ogni atto di ostilità contro le forze angloamericane deve cessare da parte delle forze italiane in ogni luogo. Esse però reagiranno ad eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza”. Italia allo sbando. Che fare? Non sparare più agli americani? Iniziare a colpire i tedeschi? Il proclama era (volutamente) poco chiaro: ordinando alle forze armate italiane di reagire solo se attaccate, sottintendeva la speranza – dimostratasi illusoria – che gli americani ci avrebbero tolto le castagne dal fuoco.
- Nessuna misura era stata prevista per difendere la capitale, e l’esercito, lasciato senza ordini, in molti casi si dissolse.
- Nello stesso tempo, la reazione tedesca non si fece attendere.
- «Il comando supremo delle forze armate del Reich diede via al Piano Achse, già pronto da tempo», spiega la storica.
«La notte stessa dell’8 le forze tedesche presero possesso di aeroporti, stazioni ferroviarie e caserme, cogliendo di sorpresa le forze italiane. Furono subito emanate le direttive da applicare per il disarmo dei militari italiani. Dovevano essere suddivisi in tre gruppi: chi accettava di continuare a combattere dalla parte dei tedeschi poteva conservare le armi ed essere trattato come loro; chi non lo faceva era mandato nei campi di internamento in Germania come prigioniero di guerra, mentre chi opponeva resistenza o si schierava con le forze partigiane veniva fucilato se era un ufficiale o altrimenti impiegato nei campi di lavoro sul posto o nell’Europa occupata. Il generale Giuseppe Castellano firma l’armistizio a Cassibile (Siracusa) per conto di Badoglio. Il giorno dopo la sua proclamazione (8 settembre 1943) il re abbandona Roma e si rifugia a Brindisi. Lo scontro diretto fra due eserciti sul territorio italiano ebbe conseguenze drammatiche per la popolazione. «L’Italia era già abituata al razionamento alimentare reintrodotto durante la guerra e il mercato nero era una realtà economicamente corposa anche prima dell’8 settembre 1943», dice Elisa Signori, docente di Storia contemporanea all’Università di Pavia.
«I bombardamenti alleati al Nord, e quelli tedeschi al Sud dopo lo sbarco in Sicilia, avevano disarticolato gran parte della rete dei trasporti e l’approvvigionamento dei mercati era compromesso. Ma dopo l’armistizio la situazione s’inasprì enormemente, perché gli occupanti nazisti divennero soggetto attivo ed esigente per requisizioni di ogni genere e bloccarono la distribuzione di carburante (tutto di provenienza tedesca) al Sud».
C’erano tessere annonarie per quasi tutto, dal sapone al cibo all’abbigliamento. Borsa nera a Roma. Nel novembre del ’43 entrò in vigore la tessera per il tabacco, che dava diritto a tre sigarette o a un sigaro al giorno, ma non era detto che i negozi fossero riforniti. E, infatti, gli italiani impararono a confezionarsi da sé le sigarette, riciclando il tabacco recuperato dai mozziconi o utilizzando i surrogati più fantasiosi. © WikiMedia «Nel novembre del ’43, per esempio, entrò in vigore la tessera per il tabacco che dava diritto a tre sigarette o a un sigaro al giorno, ma non era detto che i negozi fossero riforniti. E, infatti, gli italiani impararono a confezionarsi da sé le sigarette, riciclando il tabacco recuperato dai mozziconi o utilizzando i surrogati più fantasiosi».
Accelerarono gli sfollamenti dalle città alle campagne, meno colpite dai bombardamenti e dove era più semplice sfamarsi. Un risvolto positivo ci fu: un forte spirito di collaborazione si diffuse tra la popolazione, in alcuni casi solidale coni partigiani, che in quei mesi iniziavano la guerra di liberazione.
«Molte famiglie, inoltre, ospitarono soldati americani o italiani isolati, dando loro abiti borghesi, perché le forze tedesche non li riconoscessero», aggiunge Aga Rossi. «Spesso cercavano di farli scappare dai treni che portavano i prigionieri italiani in Germania.
Accadeva durante le soste nelle città. In tutto, più di un milionedi soldati furono disarmati in Italia e nei Balcani; di questi, quasi 200mila riuscirono a fuggire, 180mila scelsero di collaborare con i tedeschi, mentre i prigionieri condotti nei campi di internamento furono circa 650mila». Americani.
«Quello tra italiani e americani fu un rapporto complesso e a molte facce», precisa Elisa Signori. «Se per la popolazione civile si trattò di un incontro positivo, circonfuso dal fascino della vittoria militare e della prosperità economica, mediato da legami personali e affettivi con gli americani di origine italiana, il dialogo tra i comandi angloamericani e le autorità monarchiche fu venato di diffidenze.
- E ancor più quello tra i rappresentanti dei partiti antifascisti, gli emissari della Resistenza e gli Alleati.
- I primi speravano di avere dagli americani sostegno politico e supporto logistico nella guerra partigiana, ma i secondi coltivavano visioni strategiche più ampie, che rendevano il teatro italiano secondario nello scacchiere bellico e mal comprendevano le pressioni dell’antifascismo di cui temevano potenziali derive rivoluzionarie».
Gli ebrei italiani. Dopo l’armistizio, gli ebrei italiani residenti sul territorio occupato dai tedeschi videro precipitare la situazione. «A nord della linea del fronte gli ebrei furono esposti alle razzie e alle uccisioni, agli arresti e alle deportazioni per mano tedesca», spiega Signori.
- «Furono spogliati della loro identità di italiani e anzi divennero nemici a tutti gli effetti.
- Da parte fascista furono oggetto di una politica capillare di arresti, sequestro dei beni, lavoro coatto, internamento e consegna in mano tedesca.
- Le leggi razziali fasciste del 1938, restate in vigore nonostante le pressioni dei partiti antifascisti durante i “45giorni” del governo Badoglio (25 luglio-8 settembre) furono abrogate soltanto nel gennaio del 1944.
Solo entro i confini di quello che fu chiamato Regno del Sud, ossia nella zona controllata dagli angloamericani, le condizioni migliorarono: furono liberati tutti gli ebrei italiani e stranieri rinchiusi nei campi di internamento, come quello di Ferramonti di Tarsia, in Calabria». Clicca sulla foto per ingrandire. I fatti più importanti che portarono nel 1945 il Paese alla Liberazione. © Focus Storia
Quanti americani sono morti per liberare l’Italia?
LO SBARCO IN SICILIA – La campagna d’Italia, iniziata con l’invasione della Sicilia il 10 luglio 1943 e conclusa dalla capitolazione tedesca il 2 maggio 1945, non fu tanto la conseguenza di chiare scelte strategiche quanto il risultato di un compromesso fra gli alleati e di indecisioni da parte tedesca.
- Gli Stati Uniti volevano attaccare l’Europa continentale occupata dai nazisti sbarcando in Francia, perché quella era la strada più diretta per distruggere le forze armate tedesche e sconfiggere la Germania.
- La Gran Bretagna invece premeva per attaccare i Balcani, per difendere gli interessi inglesi in Medio Oriente e contenere l’espansione sovietica.
Gli angloamericani trovarono un accordo di compromesso sull’obiettivo intermedio di invadere la Sicilia e l’Italia meridionale per proteggere le rotte nel Mediterraneo, occupare le basi aeree della piana di Foggia e forzare l’Italia alla resa. Anche in Germania si sostenevano strategie diverse: abbandonare l’Italia centro-meridionale e le isole ritirandosi subito sull’Appennino lungo la linea Pisa-Rimini (più o meno la futura linea Gotica), oppure combattere una lenta ritirata lungo tutta la penisola.
- Hitler, inizialmente favorevole a ritirarsi, fu convinto alla difesa ad oltranza dai successi delle armate tedesche nel contenere l’avanzata alleata dopo lo sbarco a Salerno il 9 settembre 1943, il giorno dopo l’annuncio dell’armistizio con l’Italia.
- Durante l’inverno 1944, mentre gli eserciti contrapposti si dissanguavano lungo la Linea Gustav a Cassino e nella testa di ponte di Anzio, i contrasti fra gli alleati tornarono in superficie.
Dopo la liberazione di Roma il 4 giugno 1944, la Gran Bretagna sostenne ancora la possibilità ¤i invadere l’Istria e i Balcani e giungere alla Germania da Sud. Gli Stati Uniti però rifiutarono di distogliere altre forze dalla preparazione dell’invasione delta Francia, e la campagna d’Italia continuò come una guerra di attrito con l’unico obiettivo di trattenere distanti dai fronte nord occidentale il maggior numero di divisioni della Wehrmacht.
L’attacco iniziale contro la linea Gotica scattò nel settore adriatico il 25 agosto 1944. Tuttavia dopo una prima rapida avanzata l’impeto dell’8a armata britannica si spense contro la resistenza delle truppe tedesche rinforzate da sette divisioni trasferite in fretta dall’Appennino centrale che, così ³guarnito, venne attaccato dalla 5″ armata americana il 10 settembre 1944 al Passo del Giogo.
Alla fine di settembre gli alleati erano riusciti a penetrare le difese della Gotica lungo la costa adriatica e in Toscana, ma l’arrivo del maltempo e la mancanza di rimpiazzi e di rifornimenti bloccò l’avanzata impedendo uno sfondamento decisivo fino alla pianura Padana: un altro inverno di patimenti attendeva i combattenti e la popolazione.
- L’offensiva finale alleata scattò il 9 aprile 1945, portando in un mese alla dissoluzione dell’esercito tedesco e alla liberazione di tutta l’Italia del Nord in concomitanza con l’insurrezione generale guidata dalle forze della resistenza.
- II 2 maggio 1945 le truppe germaniche capitolavano senza condizioni.
In due anni di battaglie, gli alleati avevano subito circa 312 000 morti, feriti e dispersi, i tedeschi 336 000. All’Italia venti mesi di guerra erano costati 187 000 morti (compresi 120 000 civili, dei quali circa 40 000 periti nei bombardamenti) e 210 000 dispersi, inclusi più di 100 000 civili.
Perché gli alleati invadono l’Italia?
Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.
Sbarco in Sicilia parte della campagna d’Italia della seconda guerra mondiale | ||
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Soldati del II Reggimento britannico Seaforth Highlanders avanzano lungo una strada vicino a Noto, 11 luglio 1943 | ||
Data | 10 luglio-17 agosto 1943 | |
Luogo | Sicilia | |
Esito | Vittoria degli Alleati | |
Schieramenti | ||
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Albert Kesselring Hans-Valentin Hube Alfredo Guzzoni | Harold Alexander Bernard Law Montgomery George Smith Patton |
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170 000/200 000 italiani ~ 60 000 tedeschi 265 carri armati 1 500 aerei | Tra il 10 e il 13 luglio: 160 000 uomini 600 carri armati 4 900 velivoli A fine campagna: 250 000 britannici e 228 000 statunitensi |
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218 042 (9 003 morti, 40 655 dispersi, 46 000 feriti, 122 384 prigionieri) :
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Tra 22 800 e 31 158 :
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Lo sbarco in Sicilia ( nome in codice operazione Husky ) è stata un’importante campagna militare svoltasi nel contesto della seconda guerra mondiale, L’operazione fu attuata dagli Alleati sulle coste siciliane nelle prime ore del 10 luglio 1943, con l’obiettivo di aprire un fronte nell’Europa continentale e invadere e sconfiggere il Regno d’Italia, concentrando in un secondo momento i propri sforzi contro la Germania nazista,
- Dopo la caduta di Pantelleria ( operazione Corkscrew ), fu la prima grande operazione delle truppe alleate sul suolo italiano durante la guerra e segnò l’inizio della campagna d’Italia (1943-1945).
- Lo sbarco in Sicilia costituì una delle più grandi operazioni anfibie della seconda guerra mondiale.
- Vi presero parte due grandi unità alleate: la 7ª Armata statunitense al comando del generale George Smith Patton e l’ 8ª Armata britannica al comando del generale Bernard Law Montgomery, riunite nel 15º Gruppo d’armate sotto la responsabilità del generale britannico Harold Alexander,
Le due armate sbarcarono nella zona sud-orientale della Sicilia con il compito di avanzare in contemporanea all’interno dell’isola: la 7ª Armata di Patton avrebbe dovuto avanzare verso Palermo e occupare la parte occidentale dell’isola, mentre l’8ª Armata di Montgomery avrebbe dovuto marciare lungo la parte centro-orientale della Sicilia verso Messina, compiendo in linea teorica un’azione a tenaglia che avrebbe dovuto imprigionare le forze dell’ Asse, raggruppate nella 6ª Armata italiana comandata dal generale Alfredo Guzzoni,
Cosa succede in Italia dopo la liberazione?
Con la Liberazione (25 aprile 1945), la democrazia tornò in un paese uscito sconfitto e stremato dal conflitto. Di fronte alle tante difficoltà i partiti antifascisti lavorarono insieme, nonostante le divisioni, per creare nuove istituzioni democratiche.
Perché l’Italia è entrata in guerra?
Fu l’assassinio dell’arciduca d’Austria Ferdinando, avvenuto a Sarajevo per mano di uno studente nazionalista serbo a scatenare il conflitto, inaugurato dalla dichiarazione di guerra dell’Austria alla Serbia che avrebbe messo in moto il sistema delle alleanze contrapposte.
Cosa ha perso l’Italia con la Seconda Guerra Mondiale?
Il bilancio della Seconda Guerra Mondiale in Italia – Per l’Italia, il bilancio della 2.a guerra mondiale è molto pesante. L’Italia ha perso uomini in tante battaglie: Ucraina, Grecia, Etiopia, Egitto a cui si aggiungono i dispersi di cui non si saprà più nulla (cfr.
Campagna di Russia) o i prigionieri in mano alle potenze vincitrici. Poiché la guerra si era combattuta sul territorio italiano anche fra Italiani, questo aveva provocato una specie di decomposizione del tessuto sociale, anche se, durante la Resistenza si è sviluppato un grande senso di solidarietà da parte dei civili (disponibilità a nascondere i partigiani, gli ebrei perseguitati o i militari alleati).
Alla fine della guerra, l’Italia aveva ben poco di unitario: alle consuete differenze fra nord e sud di tipo economico o culturale si aggiungeva il fatto che il Sud era stato liberato quasi subito dalle forze alleate, mentre il Nord aveva subito più a lungo l’occupazione nazista ed aveva vissuto la lotta partigiana.
- Infatti nel Nord, la lotta partigiana era stata molto attiva e nella popolazione si faceva strada la speranza in un rinnovamento della società e delle istituzioni politica affinché il futuro potesse garantire libertà e progresso,
- Invece nel Sud, era rimasto abbastanza solido il ruolo della classe conservatrice che più o meno era stata legata al Fascismo,
Addirittura si manifestarono anche delle manifestazioni separatiste che chiedevano il distacco della Sicilia dall’Italia. Questa azione si risolse in poco tempo; tuttavia alcuni gruppi si dettero alla macchia, fra cui la banda del bandito Salvatore Giuliano.
- In politica estera, dopo il 1945, l’Italia si colloca sotto l’influenza degli USA che, insieme al Vaticano, condizioneranno molto le scelte politiche dei Governo.
- Il conflitto aveva lasciato anche delle conseguente economico-sociali quali: a) Un apparato industriale ridotto (prima bombardato dagli alleati per stanare i tedeschi e poi dai tedeschi come rappresaglia) che provocò numerosi licenziamenti e quindi un alto tasso di disoccupazione b) L’agricoltura risentiva delle devastazioni nemiche c) Le infrastrutture (ponti, strade, porti) erano stati distrutti d) La marina mercantile era stata resa inutilizzabile e) Il debito pubblico molto elevato f) La svalutazione della lira molto alta g) L’inflazione molto alta (i prezzi salgono di circa 20 volte quelli del 1939) colpiva i redditi modesti di molti cittadini e per risolvere questo problema, la CGIL riuscì a far approvare il meccanismo della scala mobile Il 10 febbraio 1947 l’Italia firma il trattato di pace.
Esso comprende clausole militari, clausole, finanziarie e clausole territoriali • Clausole militari: all’Italia è imposto un numero molto ridotto degli arruolati nell’esercito e un n° di navi e aerei limitati: le eccedenze sono assegnate alle potenze vincitrici.
Le frontiere devono essere smilitarizzate. • Clausole finanziarie: l’Italia deve pagare il risarcimento dei danni di guerra a favore dell’URSS, dell’Albania, dell’ Etiopia, della Grecia e dell’Jugoslavia. La Francia, la Gran Bretagna e gli USA rinunciano al risarcimento. • Clausole territoriali: a) la Francia annette dei piccoli territori sulle Alpi, (Tenda e Briga) ma ricche di energia idroelettrica.
b) La Jugoslavia annette l’Istria, gran parte della Venezia Giulia, Zara e Fiume. c) Viene costituito il Territorio libero di Trieste diviso in zona A (occupata dagli alleati) e zona B (sotto il controllo dell’ Jugoslavia): più tardi, nel 1954, il trattato di Osimo sistemerà in modo definitivo la sistemazione dei territori contesi fra Italia e Jugoslavia.
Chi attacca l’Italia nel 1940?
Ottanta anni fa, il 10 giugno 1940, Mussolini annunciava l’entrata in guerra dell’Italia al fianco della Germania nazista. Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, nel settembre 1939, l’Italia restò inizialmente neutrale.
Che cosa è successo il 25 aprile 1945?
Con la liberazione delle grandi città del Nord e la resa dei tedeschi in Italia, la primavera del 1945 segnò la fine del nazifascismo nel nostro Paese. La data del 25 aprile, giorno della liberazione di Milano, fu scelta in seguito come anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo. Focus Storia :dal numero 101 (marzo 2015) – disponibile in formato digitale – interamente dedicato al crollo del nazifascismo, proponiamo un’infografica che ripercorre i fatti più importanti del 1945 (cliccate sull’immagine per ingrandirla). È in edicola il nuovo Focus Storia! © Focus Storia Fotogallery 25 aprile 1945: le foto della Liberazione Con la festa della Liberazione si celebra la fine del regime fascista, dell’occupazione nazista in Italia e della Seconda guerra mondiale, simbolicamente indicata al 25 aprile 1945. La data del 25 aprile venne stabilita nel 1949: fu scelta convenzionalmente perché fu il giorno della liberazione da parte dei partigiani delle città di Milano e Torino, ma la guerra continuò per qualche giorno ancora, fino ai primi giorni di maggio. Milano, 25 aprile 1945. Uomini in azione per occupare la sede del “Corriere della Sera”, nel giorno della Liberazione. Foto: © Mondadori Portfolio 1945. Una donna anziana mostra la sua gratitudine a un soldato americano dopo la liberazione d’Italia. Foto: © Three Lions/Getty Images Adv Ferrara, 24 aprile 1945. Un soldato britannico dell’Ottava armata bacia una ragazza dopo l’ingresso in città. Foto: © Mondadori Portfolio Brescia, aprile 1945. Alcune ausiliarie della Luftwaffe e della RSI su un veicolo della 13esima pattuglia alleata, trasportate verso un campo di prigionia. Foto: © Mondadori Portfolio Pieris, frazione del comune di San Canzian d’Isonzo, in provincia di Gorizia, maggio 1945. La popolazione locale sventola bandiere e mostra cartelli a una jeep britannica di passaggio, diretta a Trieste. Foto: © Mondadori Portfolio Adv Ferrara, 24 aprile 1945. Soldati britannici della Ottava armata applauditi dai civili per le strade della città. Foto: © Mondadori Portfolio Bologna, 25 aprile 1945. Due giovani donne e un bambino in posa con dei soldati polacchi su un carro armato, dopo la liberazione della città da parte dalle truppe alleate. Foto: © Mondadori Portfolio Ferrara, 24 aprile 1945. La popolazione applaude le truppe britanniche che fanno ingresso in città. Foto: © Mondadori Portfolio Adv Milano, 25 aprile 1945. Un gruppo di partigiani lungo Corso Ticinese, salutato dagli applausi della popolazione della città liberata. A una finestra, sventola il tricolore. Foto: © Mondadori Portfolio Verona, 26 aprile 1945. Persone in festa sfilano con cartelli e bandiere accogliendo le truppe britanniche che entrano in città. Foto: © Mondadori Portfolio Mestre, 29 aprile 1945. Soldati britannici dell’Ottava unità celebrano la liberazione con un gruppo di civili. Foto: © Mondadori Portfolio Adv Milano, 6 maggio 1945. Soldati britannici e americani in piedi su un carro armato in Piazza Castello a Milano. Foto: © Mondadori Portfolio Milano, aprile 1945. La folla lungo le strade saluta le truppe americane che fanno ingresso a Milano. Foto: © Keystone Milano, maggio 1945. Un soldato osserva la nuova targa di Corso Matteotti, in onore del socialista ucciso dai fascisti nel 1924. Questa strada centrale di Milano durante il fascismo era chiamata Corso del Littorio. Foto: © Mondadori Portfolio Adv Maggio 1945, Chiasso. Famiglie di ex rifugiati in Svizzera si affacciano ai finestrini del treno che li riporta in Italia. Foto: © Mondadori Portfolio Approfondimenti
Cosa succede in Italia tra il 1936 e il 1939?
Gli anni Trenta: le premesse dell’entrata in guerra – Dopo la fase di consolidamento interno del regime, gli anni Trenta vedono l’Italia impegnata nella realizzazione dei piani fascisti sulla scena internazionale, Nel 1927-28 il fascismo dà avvio alle operazioni di “riconquista” di territori in Somalia e in Libia e nell’ottobre 1935 inizia la sua maggiore impresa coloniale con grande dispiego di uomini e mezzi: la conquista dell’Etiopia, conclusasi formalmente nel maggio del 1936 con la proclamazione dell’impero, anche se nei territori etiopi la violenza continua fino agli anni Quaranta sotto forma di operazioni di polizia coloniale e repressione dell’opposizione interna.
- Il fascismo dispiega una notevole quantità di uomini e mezzi, facendo dell’attacco al paese africano la più grande impresa bellica di una potenza europea dalla conclusione della Prima guerra mondiale.
- L’aggressione senza dichiarazione di guerra ad uno stato indipendente, membro della Società delle Nazioni – il consesso internazionale istituito dopo la fine del primo conflitto mondiale per il mantenimento della pace –, le violenze brutali contro la popolazione etiope, l’uso di armi chimiche vietate dai trattati internazionali attirano all’Italia le dure critiche degli altri paesi e inducono la Società delle nazioni a infliggere sanzioni economiche allo stato italiano che si trova così isolato sulla scena internazionale.
In questo frangente Mussolini si avvicina alla Germania nazista, che non solo è ideologicamente affine all’Italia fascista, ma è anche l’unico paese europeo che, in polemica con le potenze democratiche di Francia e Inghilterra e con l’assetto continentale, appoggia il fascismo nelle sue rivendicazioni.
Il 24 ottobre 1936 Italia e Germania siglano un trattato di amicizia – l’ Asse Roma-Berlino – e l’anno seguente l’Italia aderisce al Patto Anticomitern in funzione antisovietica con Germania e Giappone, cui seguirà il Patto Tripartito nel 1940. Sempre nel 1937 Mussolini porta l’Italia fuori dalla Società delle Nazioni, la avvicina sempre più alla Germania e nel corso del 1938 sostiene le rivendicazioni territoriali di Hitler che preludono allo scatenamento della guerra.
Fra il 1936 e il 1939 l’Asse si consolida nell’impegno comune di italiani e tedeschi nella guerra civile spagnola a sostegno degli insorti filofascisti del generale Francisco Franco contro la Repubblica legittima. Nell’aprile del 1939 l’Italia invade l’ Albania trasformandola in un protettorato sotto la corona italiana e un mese dopo firma il Patto d’acciaio con la Germania: i due stati sono ora legati da un accordo di carattere politico, diplomatico e militare che prevede l’appoggio di ciascuna delle due potenze all’alleata anche in caso di guerra.
Cosa è successo il 2 settembre 1945?
Tibet, Resa del Giappone, Transnistria indipendente: gli anniversari geopolitici del 2 settembre Personaggi e avvenimenti che hanno fatto la storia il 2 settembre.31 a.C. – Guerra civile romana: nel contesto della guerra tra Ottaviano e Marco Antonio, si svolge la battaglia navale di Azio. La vittoria di Ottaviano sancirà il simbolico tramonto della Repubblica romana.
Carta di Laura Canali, 2017 1666 – Grande incendio di Londra. Nel corso di tre giorni bruciano oltre 10 mila edifici, inclusa la cattedrale di Saint Paul.1789 – Viene fondato il dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti d’America.1870 – Finisce la battaglia di Sedan. L’esercito tedesco sconfigge quello francese.
Napoleone III è costretto a capitolare.1898 – Le truppe britanniche ed egiziane sconfiggono l’esercito sudanese nella battaglia di Omdurman. Si instaura il dominio della Gran Bretagna in Sudan.1939 – La città libera di Danzica viene annessa alla Germania nazista,,1945 – Seconda guerra mondiale: il Giappone dichiara la resa incondizionata, sancendo la fine del conflitto anche sul fronte del Pacifico.
- Nel corso degli anni la superiore profondità industriale e demografica, unita all’impareggiabile capacità dei sottomarini, consentirono a Washington di vincere la guerra.
- Ma la leggendaria ferocia dei nipponici, ulteriormente confermata dalla resistenza fornita contro lo sbarco alleato a Okinawa e dall’utilizzo dei piloti kamizake ( tokubetsu k ō gekitai ), persuase lo Stato maggiore Usa dell’impossibilità di invadere l’arcipelago.
Secondo le stime del generale George Marshall, per centrare l’obiettivo sarebbero serviti almeno quattro milioni di soldati. Sforzo mostruoso in assoluto, pressoché impossibile al quarto anno di una guerra mondiale. Così maturò la decisione di impiegare l’arma nucleare contro il territorio giapponese, l’idea di utilizzare la più mortifera invenzione umana contro un popolo che appena settant’anni prima non disponeva neppure di un apparato statale.
Furono colpite Hiroshima, sede di cruciali stabilimenti industriali, e Nagasaki, l’unica città del paese storicamente aperta agli stranieri e al cristianesimo. Gli americani erano tornati nell’arcipelago. Senza navi nere. Per restarci. Continua a leggere: 1945 – La Repubblica democratica del Vietnam dichiara la propria indipendenza.
Carta di Francesca La Barbera 1946 – In India la neoeletta Assemblea costituente elegge il primo governo provvisorio ad interim guidato da Jawaharlal Nehru.1960 – Tibet, Giorno della democrazia: si tengono le prime elezioni per il parlamento tibetano in esilio, basato a Dharamsala, in India.
- Carta di Laura Canali 1969 – Muore Ho Chi Minh, primo presidente della Repubblica socialista del Vietnam.
- Se c’è un paese che più di altri è il simbolo dei conflitti del XX secolo, questo è senza dubbio il Vietnam: alle prese sin dalla nascita (III millennio a.C.) con le mire egemoniche di altre potenze, può vantare una tradizione ormai millenaria di lotta all’imperialismo.
Prima quello mongolo; poi quello cinese; da fine Ottocento quello francese; infine, da metà Novecento, quello statunitense. La storia recente del paese asiatico può essere vista come la combinazione di un forte sentimento nazionale e della capacità di dialogare con le potenze mondiali, per cercare di trarre beneficio dai mutevoli interessi di queste ultime.
Nel secondo dopoguerra, nel pieno del processo di decolonizzazione, le forze nazionaliste del paese si coagularono attorno a quella più grande e organizzata, il Partito comunista vietnamita di Ho Chi Minh, il cui scopo immediato era l’indipendenza, non già la rivoluzione. È pur vero, però, che la penetrazione della dottrina comunista in Vietnam fu facilitata dalla presenza della laica tradizione confuciana, «che condivideva con il marxismo il rifiuto del disimpegno politico e sociale dell’individualismo asociale, il che faceva accettare con maggiore facilità il senso di disciplina collettiva proprio del marxismo e del leninismo».
Continua a leggere: 1990 – si dichiara indipendente. L’Unione Sovietica non riconosce la validità della decisione. Carta di Laura Canali – 2013 2016 – Muore Islam Karimov, primo presidente dell’Uzbekistan. Con la morte di Islam Karimov, l’Asia Centrale perde uno dei suoi leader politicamente più longevi, al potere da oltre ventisei anni: prima come segretario del Partito Comunista d’Uzbekistan nel 1990 (ancora in epoca sovietica), poi come presidente dell’Uzbekistan indipendente.
Arimov era una figura controversa ma prevedibile, in una regione di considerevole rilevanza strategica per l’Occidente, la Russia e la Cina. L’importanza dell’Uzbekistan è inversamente legata alla sua posizione geografica alquanto remota e alla complessa morfologia del suo territorio: il paese si distende su steppe desertiche dal lago d’Aral ormai arido alle valli dello Zarafshan, fino alle oasi intorno a Samarcanda e Bukhara e alla Valle del Ferghana più a est.
Con 30 milioni di abitanti è lo Stato più popoloso dell’Asia Centrale e l’unico confinante con tutte le altre repubbliche post-sovietiche della regione. Continua a leggere: Ha collaborato Matteo Garavoglia. Per la prima volta Bucarest celebra gli eventi del 27 marzo 1918.
La rilettura della storia serve obiettivi diversi a Chișinău e a Mosca, anche in chiave ucraina. Le celebrazioni del centesimo anniversario dell’unione fra Bucarest e la Bessarabia permettono di esaminare le strategie degli attori attorno a una questione geopolitica che interessa anche Mosca. Avvenimenti e personaggi che hanno fatto la storia il 4 marzo.
Avvenimenti e personaggi che hanno fatto la storia l’1 settembre. : Tibet, Resa del Giappone, Transnistria indipendente: gli anniversari geopolitici del 2 settembre
Cosa succede in Italia nel 1939?
Eventi –
1º gennaio : prima edizione del Concerto di Capodanno di Vienna, 6 gennaio : Otto Hahn ( Premio Nobel per la chimica 1944 ) e Fritz Strassman pubblicano i risultati dei loro esperimenti, con i quali sarà dimostrata l’esistenza del processo di fissione nucleare, 13 gennaio
I detenuti Arthur Barker, Rufus McCain e Henri Young tentano una fuga dal penitenziario di Alcatraz ; scoperti sulla spiaggia dell’isola, Barker viene ucciso dalle guardie, McCain e Young vengono ricondotti nella prigione. Il Ministro degli esteri magiaro annuncia la volontà dell’ Ungheria di aderire al Patto Anticomintern,
24 gennaio – Cile : la città di Chillán è devastata da un forte terremoto (magnitudo 8,3). Il sisma provoca circa 28.000 vittime. 26 gennaio – Spagna : le truppe di Franco, aiutate da truppe inviate dall’ Italia fascista, conquistano Barcellona, 2 febbraio – Parigi : viene pubblicato Finnegans Wake di James Joyce, 10 febbraio – Roma : colpito da una crisi cardiaca, muore papa Pio XI, 11 febbraio : Lise Meitner e il nipote Otto Robert Frisch pubblicano un articolo in cui forniscono una prima spiegazione teorica ai risultati sperimentali di Otto Hahn sulla fissione nucleare, 27 febbraio – Francia e Regno Unito riconoscono il governo spagnolo di Franco, 2 marzo : Viene eletto papa il cardinale camerlengo Eugenio Pacelli, il quale prende il nome di Pio XII, 14 marzo : la Slovacchia, con voto unanime del Parlamento, si proclama indipendente, sotto tutela tedesca. 15 marzo : la Germania occupa la Cecoslovacchia, Sono annessi, sotto forma di protettorato tedesco, la Boemia e la Moravia, 17 marzo : ad Asti nasce l’azienda conserviera Saclà, Società Anonima Commercio Lavorazione Alimentari. Venne fondata da Secondo “Pinin” Ercole e dalla moglie Piera Campanella 19 marzo : Konrad Zuse mette in funzione il primo computer Z1 usando solamente relè, 21 marzo : il governo tedesco chiede alla Polonia la restituzione di Danzica, un corridoio di comunicazione con la Prussia Orientale e garanzie sul confine tedesco-polacco. 22 marzo : la Germania occupa militarmente la regione di Memel in Lituania, 26 marzo : il governo polacco respinge le richieste tedesche. 28 marzo – Spagna : Francisco Franco conquista Madrid, Finisce la guerra civile spagnola, 31 marzo : Francia e Regno Unito si dichiarano congiuntamente garanti dell’integrità territoriale della Polonia. 4 aprile : nasce l’ENFPA, Ente Nazionale Fascista Protezione Animali. 7 aprile : l’ esercito italiano invade l’ Albania ed occupa Tirana senza incontrare resistenza. Re Zog I si rifugia in Grecia, 12 aprile : Andon Beça diventa Ministro dell’economia albanese. 14 maggio : All’età di 5 anni, Lina Medina diventa la più giovane madre nella storia della medicina. 15 maggio : Inaugurazione dello stabilimento Mirafiori, sede principale della Fiat, situata a Torino, 22 maggio : Mussolini firma il patto di alleanza militare con Hitler, detto Patto d’Acciaio, Prevede, in caso di guerra, l’intervento armato dell’ Italia al fianco della Germania, 26 maggio : Bob Kane crea il personaggio di Batman, 18 giugno : Pio XII nomina San Francesco d’Assisi patrono d’Italia assieme a Santa Caterina da Siena, 23 giugno – Berlino : Italia e Germania firmano l’accordo che prevede le opzioni per i cittadini dell’ Alto Adige di madrelingua tedesca ; chi vuole può rinunciare alla cittadinanza italiana e trasferirsi nel Reich, 24 giugno : il Siam assume il nome di Thailandia. 20 luglio : nel secondo anniversario della morte di Guglielmo Marconi, viene inaugurato a Roma – Monte Mario, il primo trasmettitore “radiofonovisivo” dell’ EIAR (Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche). La trasmissione viene vista al Circo Massimo e alla Mostra di Leonardo Da Vinci al Palazzo dell’Arte di Milano, 23 agosto : con il Patto Molotov-Ribbentrop la Germania nazista e l’ Unione Sovietica stalinista si dividono in sfere d’influenza l’ Europa orientale : Finlandia, Lituania, Lettonia, Estonia, la Bessarabia romena e la Polonia orientale entrano nella sfera di interessi dell’ URSS, la Polonia occidentale in quella della Germania e accettano di non aggredirsi nel processo di conquista di tali territori. 24 agosto : Pio XII, alle ore 19, dal Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo collegato con la stazione radio vaticana, legge un messaggio per implorare la pace. 26 agosto : Roosevelt invia un messaggio ad Hitler proponendogli di intavolare trattative dirette con la Polonia per giungere ad un accordo su Danzica, 30 agosto : mobilitazione generale in Polonia, Vengono richiamate alle armi ventitré classi.1 settembre: l’esercito tedesco invade la Polonia, dopo un falso attacco polacco organizzato contro una stazione radio tedesca. 3 settembre : Winston Churchill dichiara guerra alla Germania con il suo discorso al popolo nella camera dei comuni dopo essere diventato primo lord dell’ammiragliato, 8 novembre : Adolf Hitler sfugge ad un attentato nella Bürgerbräukeller di Monaco, L’esplosione, avvenuta poco dopo un suo discorso, provoca sette morti e sessanta feriti. 17 novembre : viene istituita la linea aerea Roma – Rio de Janeiro, 27 dicembre : la città turca di Erzincan è colpita da un disastroso terremoto (magnitudo 7,9) che provoca oltre 30.000 morti.