Che In Analisi Grammaticale?
Il che nell’analisi grammaticale – Il che nell’ambito dell’analisi grammaticale di una frase ha la funzione sia di una congiunzione di tipo semplice o la funzione di pronome di terza persona, di tipo relativo e indefinito. Esempi: Penso che domani ci sarà il sole, Che cosa stai facendo?
Come si analizza che?
CHE Pronome – Il ” che ” è un pronome relativo quando sostituisce un nome (maschile o femminile, singolare o plurale, soggetto o complemento oggetto). Per riconoscerlo bisogna sostituire il “che” con ” il quale, la quale, i quali, le quali ” e la frase deve suonare ugualmente bene e mantenere il suo significato intatto.
Il cane che mi ha regalato Luca è addestrato per la caccia. (Il cane, il quale mi ha regalato Luca è addestrato per la caccia.) Il ” che ” è un pronome interrogativo quando è riferito a cose (non a persone), può essere sostituito da ” che cosa ” e la frase termina con un punto interrogativo. – Che succede? (Che cosa succede?) Il ” che ” è un pronome esclamativo quando è riferito a cose (non a persone), può essere sostituito da ” che cosa ” e la frase termina con un punto esclamativo.
In genere, le frasi esclamative sono facilmente riconoscibili perché esprimono meraviglia o disappunto. – Che brutto! (Che cosa brutta!) Il ” che ” è un pronome indefinito quando indica qualcosa di indeterminato (solo al maschile) facendo uso delle seguenti locuzioni: un che ; un certo che ; un non so che ; un certo non so che,
Quando il che è una congiunzione?
Il che è congiunzione quando non può essere sostituito dal pronome il quale e le sue forme flesse (la quale, le quali ecc.); se invece può essere sostituito e la frase ha senso allora si tratta di un pronome relativo, che non va assolutamente confuso con una congiunzione: vi assicuriamo che l’errore è grave (e io
Quando il che è soggetto?
– Che: è un pronome invariabile per genere e numero, e può svolgere, riferendosi a persona, cosa o animale, la funzione di soggetto o di complemento oggetto 3 : Soggetto: La ragazza che ha portato le lasagne è Manuela. Complemento oggetto: La persona che ti presento è la nuova responsabile.
Che può essere pronome?
che² in Vocabolario – Treccani che2 che 2 〈 ké 〉 pron. e agg. (radd. sint.). – È parola frequentissima, con usi varî: può essere pronome relativo, interrogativo, esclamativo, indefinito; con valore interrogativo-esclamativo può avere anche funzioni di aggettivo.1.
Pronome relativo,a. Significa il quale e la quale, i quali e le quali ; ha cioè un’unica forma invariabile per ambedue i generi e numeri, può essere riferito a persona o a cosa, e funge normalmente da soggetto (per es.: cercavo qualcuno che mi aiutasse ; c’erano delle mosche che mi davano noia ), o da compl.
oggetto ( è lo stesso abito che avevo l’anno scorso ; non dire cose che non sai ). Per lo più, il pronome segue subito il suo antecedente, ma può anche esserne staccato (e allora ha valore quasi di congiunzione): la mamma è di là che legge ; lo trovai in casa che piangeva,
Nei compl. indiretti, si ha di regola la forma obliqua cui : l’amico di cui ti ho parlato, il fine a cui tendi, ecc.; ma in testi antichi e nel parlare familiare, che per lo più evita il cui, si ha spesso che, anche con preposizione: questo è il diavolo di che io t’ho parlato (Boccaccio); quel gran seggio a che tu li occhi tieni (Dante); la carta con che si fanno i giornali ; conosco le condizioni in che si trova, ecc.
Non di rado la preposizione manca, e che significa «a cui» ( son un di quei che ‘l pianger giova, Petrarca ), o «di cui» ( de le foglie Che la materia e tu mi farai degno, Dante; anche con valore partitivo: Vedrai li antichi spiriti dolenti, Ch’a la seconda morte ciascun grida, Dante), e spec.
- «in cui», con valore sia locativo sia temporale ( paese che vai, nella frase prov.
- «paese che vai, usanza che trovi»; la notte che morì ), assumendo talora, nel secondo caso, il valore di «quando»: benedette L’antiche età, che a morte Per la patria correan le genti a squadre (Leopardi).
- Talvolta è sentito come congiunzione, e si hanno allora costruzioni più vicine al parlato spontaneo e grammaticalmente meno regolari: il bricco che ci si bolle il latte ; è una persona che le debbo riconoscenza ; l’amico che gli ho scritto non mi ha risposto ; ci sono alcuni fiori che non posso sentirne il profumo ; tutti coloro che gli pizzicavan le mani di fare qualche bella impresa, correvan là,
(Manzoni). Nell’uso tosc. il pronome può essere anche sottinteso: védessono lo strazio e la derisione facea di lui (Compagni); gli fece una testa così dai pugni gli diede,b. Con valore neutro, di «la qual cosa», riferito a tutto un concetto precedentemente espresso, e perciò usato dagli scrittori antichi anche in principio di periodo e per lo più determinato dall’articolo: ho tentato tutti i mezzi per dissuaderlo: che era come parlare al muro ; I0 veggio ben come le vostre penne Di retro al dittator sen vanno strette, Che de le nostre certo non avvenne (Dante); noi abbiamo bellissime e varie coniugazioni distinte, al paro de’ Latini, nella pronunzia, il che certo non si distingue ne’ Francesi (Foscolo).
Preceduto da preposizione è dell’uso letter.: ho perso un buon affare, di che ora mi pento ; dovrò restare lontano molto tempo dalla famiglia, al che non so abituarmi ; debbo ancora scrivere poche righe, dopo di che avrò finito ; bisogna agire con decisione: senza di che tutto sarebbe inutile, Suona pedantesco ed è ormai disus.
lo che, per lo che (anche unito: perloché ), in luogo di la qual cosa, per la qual cosa,2. Pronome interrogativo – esclamativo,a. In proposizioni interrogative, dirette o indirette, significa «quale cosa» e può avere funzione di oggetto, di predicato o di complemento: che sarà di noi? ; che è questo rumore? ; di che ti lamenti? ; non so con che viva ; non voglio aver che fare con lui,
- È spesso seguito da cosa : che cosa vuoi? ; non capisco di che cosa ti lamenti ; e nel linguaggio corrente si adopera spesso anche il semplice cosa : cosa vuoi? ; non so cosa pretendi,
- Avendo valore neutro, l’accordo del predicato si fa sempre al maschile: che è successo? ; che cosa hai fatto? Usi particolari: avere di che, avere motivo: se protesto, vuol dire che ho di che ; non avere di che, non avere soldi o roba o cibo con cui, ecc.: non ha di che pagare la pigione ; non ha di che vestirsi ; non hanno di che nutrirsi ; non aveva di che vivere ; comune è anche non c’è che dire, non c’è nulla da obiettare: tutto è riuscito benissimo, non c’è che dire ; e con ironia: ti sei comportato proprio bene, non c’è che dire ; comunissima poi la formula di cortesia non c’è di che, come risposta a un grazie,
Come vivace inizio di frasi interrogative: Che mi venite a rompere il capo con queste fandonie? (Manzoni); che vai in giro con questo freddo? ; e con più efficacia, ponendo un’interrogazione già dopo il pronome: Che? hai voglia di scherzare? ; o facendolo anche precedere da congiunzione: E che? vorresti svignartela? ; O che? avresti forse paura? ; Ma che? pensi di non pagare? Inoltre: che per ciò?, annunciando o ascoltando cosa alle cui conseguenze si vuol fare mostra di non credere ( sostieni che il torto è mio: che per ciò? ); a che?, a qual fine, a qual pro ( a che far tante questioni? ); che più?, che dovrei fare, o dire, di più, e sim.
- Che più? vi ho detto quanto sapevo ); efficace la locuz. fam.
- Che è che non è, tutt’a un tratto, da un momento all’altro: me ne stavo beato in poltrona quando, che è che non è, mi capita davanti lui,
- Può essere anche sostantivato nella formula il che e il come, cioè la sostanza di una cosa, di un fatto, e i suoi modi: ha voluto sapere il che e il come di tutta la faccenda, ne ha preteso un’esposizione, minuta, particolareggiata; penserò io al che e al come, a ogni cosa.b.
Con lo stesso sign., che viene usato anche in frasi esclamative: che sento! ; che ci doveva capitare! ; e anche in queste può essere seguito (o addirittura sostituito) da cosa : ma ( che ) cosa mi tocca sentire! Come esclam. negativa, ma che! (o macché! ), per nulla, niente affatto, neanche per sogno: Credi ch’egli ti voglia aiutare? Ma che! lèvatelo dalla testa,3.
- Aggettivo interrogativo – esclamativo,
- In frasi interrogative, che, seguito da un nome, è equivalente a «quale», usato per ambedue i generi e numeri: che uomo è? ; E che gent’è, che par nel duol sì vinta? (Dante); vedi in che stato s’è ridotto ; disse non so che parole,
- Similmente in frasi esclamative: ma guarda che tipo! ; che gente! ; che diavolo di ragazza! ; che idee! ; che birbone! Viene anche usato davanti a un aggettivo, che la norma vorrebbe seguito da un nome: che splendido panorama! ; che bella giornata! ; che gran disgrazia! ; guarda in che bel pasticcio mi trovo! ; ma che può essere anche isolato, in funzione predicativa, nel qual caso che acquista quasi valore di «quanto»: O che lieve è inganar chi s’assecura! (Petrarca); senza la copula, il nesso che esclamativo più aggettivo è frequente nell’uso region.
(soprattutto settentr.): che bello! ; che simpatico! ; ecc. In espressioni analoghe di ammirazione o di biasimo, che è anche posposto all’aggettivo: pazzo che sei! ; belle che sono quelle margherite! 4. Pronome indefinito, Che ha valore di pron. indefinito in locuz.
quali un che, un certo che, ( un ) non so che, un certo non so che, le quali indicano tutte qualcosa d’indeterminato: c’è un che in lui che non mi piace ; vi è nel suo aspetto un certo che di nordico ; vi è non so che di strano in questa faccenda ; mi sento un certo che nello stomaco! ; avere un che di qualcuno, assomigliargli vagamente: non ti pare che, con quei capelli e la barba, abbia un che di Garibaldi? ; gran che, cosa (o persona) di qualche importanza (spec.
in frasi negative o di valore negativo: si crede di essere un gran che ; non sono riuscito a concludere gran che ; gli sembra di aver fatto gran che! ); bel che, cosa bella, qualcosa di bello, per lo più in frasi esclamative e di tono ironico, ma oggi poco com.
( hai fatto un bel che! ; è un bel che vincere con le carte che avevi tu! ); un minimo che, ogni minimo che, la più piccola cosa, un nonnulla ( si spaventa per un minimo che ). Per i pronomi composti alcun che, che che, che che sia, v. alcunché, checché, checchessia, ◆ Davanti a vocale, spec. davanti a e, può subire l’elisione.
: che² in Vocabolario – Treccani
Che in analisi grammaticale e logica?
Il che nell’analisi logica In una frase il che può fungere da pronome relativo, avere la funzione di soggetto o anche di complemento oggetto. Esempio: Il pullover che Marta mi ha regalato è molto bello.
Che in analisi grammaticale è maschile o femminile?
Che come pronome? – Questo pronome non ha generi e numeri, pertanto può essere utilizzato sia al singolare che al plurale, femminile o maschile e per persone, cose o oggetti. Pertanto può essere sfruttato in diverse circostanze senza particolari limitazioni e complicanze.
Quanto avverbio o pronome?
Gli aggettivi e i pronomi interrogativi servono a fare una domanda, diretta o indiretta, sulla qualità, la quantità o l’identità del nome a cui si riferiscono. I primi tre (che, quale, quanto) hanno funzione sia di aggettivo sia di pronome ; chi ha solo la funzione di pronome.
Che è un pronome relativo?
Hai ancora qualche difficoltà con ‘I pronomi relativi che, cui, quale’? Migliora il tuo italiano con Saga Baldoria: prova subito le nostre lezioni gratuite di italiano e ottieni un’attestazione di livello gratuitamente!
Che cosa pronome interrogativo?
I pronomi interrogativi fanno le veci di persone o cose indeterminate e nello stesso tempo introducono rispettivamente una domanda diretta o una domanda indiretta. Possono assolvere la funzione sia di soggetto sia di complemento. Chi ti ha comprato questo vestito (domanda diretta) Non so chi ti abbia comprato questo vestito (domanda indiretta) I pronomi interrogativi sono quattro:
Chi, è invariabile ed è uguale per il maschile e il femminile come per il singolare e il plurale. Si riferisce solamente a persone o esseri animati e si usa come soggetto o come complemento.
Chi è partito? Di chi è questa macchina? Con chi hai parlato? Gli chiese per chi lavorasse.
Che, che cosa, cosa : sono invariabili, hanno valore neutro e si riferiscono solamente a cose. Si usano come soggetto o come complementi, che cosa è più formale e nell’uso familiare della lingua puo essere abbreviato in cosa. Che può essere anche aggettivo.
Che farai domenica? Che cosa ti è capitato? Cosa fanno i ragazzi?
Quale, quali sono invariabili nel genere sia al singolare che al plurale, possono essere anche aggettivi, naturalmente sono pronomi quando sostituiscono un nome, Si riferiscono sia a persone sia a cose e si usano per chiedere l’identità o la qualità.
Quale studente è il più intelligente? Quale sport preferisci?
Quanto, quanta, quanti, quante sono variabili sia nel genere che nel numero, si usano per fare domande relative alla quantità sia di persone che di cose.
Quanta strada abbiamo fatto? Quanto hai speso? Quanti anni avete? Quante pizze hai comprato?
Che tipi di soggetto esistono?
Caratteristiche e tipologie di soggetto – Il soggetto di una frase può sia compiere sia subire l’azione che viene espressa dal predicato. Ad esempio, nella frase “Gli operai stanno lavorando duramente”, il soggetto (“gli operai”) compie l’azione (“stanno lavorando”); invece, nella frase ” Giulio Cesare è stato pugnalato da un gruppo di senatori”, il soggetto (“Giulio Cesare”) subisce l’azione (“è stato pugnalato”).
Tuttavia, il soggetto può anche essere posto in una data condizione oppure essere caratterizzato da una determinata qualità, come nei seguenti esempi: “Il mare è molto limpido”; “Gaia è molto stanca oggi”; “Marco è un bel ragazzo”; “Quel gatto è vecchio e malato”. Possiamo distinguere due tipologie di soggetto: il soggetto grammaticale e il soggetto logico.
Con il termine soggetto grammaticale si intende il soggetto della frase quando si svolge l’ analisi logica, Invece, il soggetto logico è il soggetto che compie l’azione. Soggetto logico e soggetto grammaticale non necessariamente coincidono. Per ulteriori approfondimenti sul soggetto partitivo e sul soggetto sottointeso vedi anche qua
Che cosa complemento oggetto?
OGGETTO, COMPLEMENTO in “La grammatica italiana”
- OGGETTO, COMPLEMENTO
- Nell’analisi logica, il complemento oggetto (chiamato anche complemento oggetto diretto o complemento diretto ) è il complemento che indica l’oggetto (persona, essere animato o inanimato) dell’azione indicata dal verbo transitivo attivo della frase.
- Il complemento oggetto è collegato al verbo direttamente, senza preposizioni
- Luca guarda la partita
- Anna ama i fiori
- Abbiamo scelto te
Esistono alcuni casi particolari: – se il complemento presenta la stessa ➔ del verbo, si parla di complemento dell’oggetto interno
- Vivere una vita piena
- Sognare un bel sogno
- E prendine dottrina / dal publican che dolse i suoi dolori (G. Orlandi, Rime )
– se il nome è preceduto dalle forme articolate della preposizione di, per indicare una quantità generica, si parla di complemento oggetto ➔ Avere delle possibilità Bere del buon vino,
Che è un pronome relativo?
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