Trattamento – Farmaci per la cura del fecaloma Per quanto riguarda i fecalomi è necessario distinguere tra il trattamento sintomatico e quello preventivo. Quando il fecaloma è già formato si rende necessaria la frantumazione dello stesso; considerato che nella maggior parte dei casi i fecalomi sono localizzati in sede retto-sigmoidea, nei manuali infermieristici si consiglia la procedura di frantumazione digitale.
Per favorire la rottura del fecaloma, è possibile praticare clisteri di glicerina e/o olio minerale caldo (ad es. olio di vaselina ), chiedendo al paziente di trattenerlo per 20-30 minuti prima di procedere con lo svuotamento manuale o con l’ausilio di uno speciale cucchiaio. Si tratta ovviamente di una procedura infermieristica, quindi attuata da personale esperto che conosce la storia clinica del paziente e le cause del fecaloma.
La manovra è ad esempio controindicata in caso di paziente recentemente sottoposto ad un intervento chirurgico o convalescente da un trauma all’ ano o al retto. Possibili controindicazioni alla frantumazione digitale del fecaloma riguardano anche la presenza di patologie infiammatorie intestinali attive e di dolore o sanguinamento rettale, l’assunzione di farmaci anticoagulanti e la presenza di importanti cardiopatie,
L’eccessiva manipolazione del retto può infatti causare un’irritazione importante della mucosa dello stesso, fino al sanguinamento, ma anche stimolare il nervo vago, con possibile diminuzione riflessa della frequenza cardiaca, Talvolta è possibile assumere anche lassativi per os, ad esempio il lattulosio, utile soprattutto in presenza di una stasi fecale lungo tutto il colon; si tratta comunque di un’eventualità da valutare con la dovuta attenzione, dato che in caso di occlusione severa l’uso di lassativi osmotici può far precipitare il quadro clinico del paziente (distensione addominale, crampi ).
In termini di prevenzione primaria e secondaria (che si attua quando un paziente ha già avuto una storia pregressa di fecaloma), è naturalmente essenziale evitare la stipsi, regolarizzando lo stile alimentare ( adeguato apporto di fibre e di acqua, evitare le abbuffate ) e di vita in genere (aumento dell’ attività fisica per stimolare la motilità intestinale).
- Qualora il medico lo ritenga opportuno, la prevenzione della stitichezza può avvenire anche attraverso l’assunzione di lassativi o la sospensione di farmaci che riducono la motilità intestinale.
- Assolutamente sconsigliato l’ abuso cronico di lassativi, che oltre a causare vari tipi di complicanze (ad es.
squilibri elettrolitici), può addirittura – determinando atonia intestinale con riduzione della peristalsi – configurarsi come un importante fattore di rischio per lo sviluppo del fecaloma.
Cosa fare se non si riesce a far uscire la cacca?
Come si cura – Se siamo in presenza di un’ ostruzione da dissinergia, è sufficiente fare della fisioterapia; se invece siamo di fronte a una ostruzione da prolasso-rettocele è necessario ricorrere alla chirurgia disostruttiva, Se al prolasso e/o rettocele è presente anche una dissinergia, si ricorrerà al binomio chirurgia-fisioterapia,
Come ammorbidire le feci in pochi minuti?
Un’assunzione di fibre di 25-38 grammi al giorno può aiutare a ammorbidire le feci. Le buone fonti di fibre includono frutta, verdura, legumi, cereali integrali e noci. Bevi molta acqua. Bere acqua sufficiente aiuta a idratare il tuo corpo, il che può aiutare a ammorbidire le feci.
Come stimolare le feci dure?
Idratazione: è consigliato bere circa due litri di acqua al giorno per rendere le feci più morbide. aumentare l’apporto alimentare di fibre vegetali : la quantità ottimale è di 20 grammi al giorno contro i 12-15 normalmente assunti. La fibra è presente in frutta, verdura, cereali integrali.
Come stimolare la cacca massaggio?
Come farlo –
Sdraiarsi sulla schiena e usare entrambe le mani per esercitare una leggera pressione sull’addome. Iniziare dal lato inferiore destro dell’addome, facendo lentamente dei cerchi in senso orario ed esercitando una leggera pressione. Quindi, usare il palmo della mano destra per applicare una leggera pressione all’interno dell’ osso dell’ anca, Rilasciare e applicare pressione sul lato destro, sotto il centro delle costole e sul lato sinistro. Passare alla mano sinistra per esercitare pressione all’interno dell’ osso iliaco sinistro. Usare i polpastrelli di entrambe le mani per premere sull’addome verso l’alto. Iniziare in basso a destra e muoversi in senso orario. Ripetere i passaggi per il tempo desiderato.
Quando si forma un tappo di feci?
Cos’è il fecaloma – Un fecaloma è un grande pezzo di feci secche e dure che rimane bloccato nel retto o nel colon e che è difficile da espellere. È più spesso osservato nei pazienti con costipazione di lunga durata e che soffrono di stitichezza, I fecalomi sono quindi frequenti nelle persone che hanno sofferto di costipazione per lungo tempo e fatto uso di lassativi,
- Si sviluppa con maggiori probabilità quando i lassativi vengono sospesi improvvisamente.
- I muscoli degli intestini dimenticano infatti come muovere le feci per conto proprio per favorire l’evacuazione.
- Il fecaloma può essere un problema molto grave e può causare gravi malattie o anche la morte se non è trattato.
È più comune tra gli adulti e gli anziani che hanno problemi intestinali,
Come fare un clistere da soli in casa?
Ospedale – Se ci si trova in ambito ospedaliero viene spiegata al paziente tutta la procedura, compresi benefici ed eventuali rischi; dopo aver ricevuto un valido consenso è possibile cominciare la somministrazione, una volta che ci si è assicurati della pronta disponibilità dei servizi igienici, ed aver assicurato la corretta privacy al paziente. A questo punto la procedura può avere inizio:
- Posizionare il paziente correttamente.
- Lubrificare con gel la sonda o l’introduttore del clistere prima dell’inserimento attraverso l’ano.
- Far scorrere lentamente e progressivamente la sonda sino al termine della sua corsa, senza forzare troppo dinanzi all’eventuale percezione di ostacoli.
- Introdurre il liquido del clistere lentamente.
- Terminata l’introduzione, possono essere eseguiti leggeri massaggi sulla zona del ventre fino alla comparsa dei primi stimoli di evacuazione.
- Ritirare la sonda con delicatezza.
- Chiedere al paziente di trattenere il più possibile l’eventuale stimolo ad evacuare subito, per permettere al clistere di esplicare il suo effetto; l’evacuazione avverrà generalmente con brevi scariche a intervalli più o meno ravvicinati.
Qual è il miglior lassativo naturale?
Tisane lassative – Le tisane possono rappresentare delle ottime alleate per combattere la stitichezza e tutti i suoi fastidiosi effetti collaterali. Tra le tisane lassative maggiormente efficaci vi sono:
tisana alla malva, melissa e coriandolo, dagli effetti disinfettanti, antispastici e sgonfianti tisana ai semi di lino, liquirizia e finocchio : perfetta per facilitare l’evacuazione, favorire la regolarità intestinale e sgonfiare tisana con semi di psillio, tarassaco e carciofo favorisce la peristalsi intestinale e ha ottimi effetti detox tisana al rabarbaro, finocchio e menta molto efficace nel ristabilire le normali funzionalità intestinali ed eliminare il gonfiore all’addome.
Di solito, per evitare fastidiosi effetti collaterali come eccessiva evacuazione e dolori o pancia gonfia è preferibile assumere queste tisane gradualmente, iniziando da una volta al giorno, e prima di coricarsi.
Cosa si può fare al posto del clistere?
Lavaggio intestinale dall’interno con acqua e sale – Il modo più efficace ed economico per effettuare un lavaggio intestinale per via interna è attraverso acqua e sale. Il sale, disciolto in una soluzione specifica con l’acqua, ha la funzione non far assorbire l’acqua e di farla passare così com’è per tutto l’intestino, ripulendolo dalle scorie. 1 – QUALE SALE USARE – Per questa pratica non è opportuno utilizzare un semplice sale bianco da cucina, meglio preferire un sale integrale oppure il sale rosa dell’Himalaya. 2 – PREPARARE LA SOLUZIONE – Scaldare 4 litri d’acqua facendo sciogliere al suo interno 4 cucchiai rasi di sale. 3 – PROCEDIMENTO – Bere la soluzione, tiepida, a bicchieri. Circa uno ogni 5-7 minuti. meglio la mattina a digiuno. Il procedimento non è dei più piacevoli, occorre sopportare il sapore salato che non è certo gradevole: può capitare di dover bere 10 – 15 bicchieri di acqua, a seconda della condizione dell’ intestino e dei suoi ingombri, prima di avere delle avvisaglie di dover andare in bagno ad evacuare. 4 – QUANDO SI PUÒ SMETTERE DI BERE ACQUA SALATA – L’indicazione è di continuare a bere tazze d’acqua salata fino a che non passi per l’intestino uscendone pulita, fermandosi poi, anche se i 4 litri di soluzione salina non sono terminati. 5 – RISO BIANCO DOPO IL PROCEDIMENTO – Terminato di bere acqua salata non aspettare più di 3 ore prima di mangiare. L’ideale è riso bianco brillato e bollito, condito con burro e olio, che ripristina le funzioni e lubrifica le pareti intestinali. 6 – RITORNARE A BERE ACQUA DOLCE – Solo dopo aver mangiato il riso sarà possibile tornare a bere acqua dolce. ATTENZIONE! Non mangiare nient’altro fino a sera per permettere all’intestino di riprendersi nel migliore dei modi. Riposare, dopo il trattamento, per tutta la giornata. Per 2 giorni non mangiare cibi crudi, integrali e latticini, preferire riso e cereali in bianco con frutta e verdura cotta.
Quale medicinale ammorbidisce le feci?
Lattulosio (es. Duphalac, Epalfen, Normase ): si raccomanda di iniziare la cura per la stitichezza con una posologia bassa (15 ml di soluzione al 62-74%), due volte al dì. La dose va modificata secondo la gravità della condizione. Macrogol (es.
Quanto tempo si può stare senza andare in bagno?
Quante volte in media bisogna defecare? – La normale frequenza di defecazione varia ampiamente tra le persone sane : alcuni soggetti possono produrre tre defecazioni a settimana, mentre altri possono averne tre al giorno, All’interno di questo range, la funzionalità di eliminazione delle scorie fecali può considerarsi normale,
Come stimolare cacca sul water?
Come stimolare la cacca in fretta quando si ha poco tempo a disposizione Come stimolare la cacca Quante volte è capitato di aver poco tempo a disposizione per defecare? Per farlo in fretta bisogna stimolare l’intestino. Ecco come fare la cacca subito e in fretta. Spesso capita di avere la sensazione di dover andare in bagno, ma una volta sul posto occorre molto tempo per defecare, Come fare la cacca Queste situazioni capitano molto spesso a causa dei ritmi concitati della vita moderna che riducono gli spazi per prendersi cura di sé e dei propri bisogni. Come fare in tutti questi casi? Si possono mettere in pratica dei semplici accorgimenti, sia a lungo che a breve termine per stimolare la cacca ed evacuare velocemente,
Eseguire dei massaggi delicati e circolari sul ventre più volte al giorno, specie quando comincia a manifestarsi la sensazione di dover andare in bagno;Bere dell’ acqua tiepida non appena si manifesta la sensazione di dover evacuare, questo accorgimento facilita lo scorrimento delle feci nell’ intestino rendendole più morbide.
Quelli sopra elencati sono due metodi per stimolare la cacca che spiegano come fare cacca subito e nel più breve tempo possibile in caso di bisogno, ma è necessario anche seguire determinate regole nella vita di tutti i giorni per facilitare questo compito e per scongiurare la stitichezza,
- Elenchiamo di seguito alcuni rimedi per fare la cacca : Seguire una dieta ricca di fibre.
- Come ben sappiamo le fibre aiutano il transito intestinale delle feci, se ne assumiamo una sufficiente quantità ogni giorno, ogni qualvolta si sente il bisogno di evacuare, non dovrebbero esserci grossi problemi nel farlo velocemente, anche senza adottare i metodi sopra descritti.
Le fibre solubili assorbono l’acqua e diventano di una consistenza simile a gel ammorbidendo le feci e facilitandone il passaggio. Quindi bisogna consumare, ogni giorno, verdura e frutta di stagione, cereali integrali e legumi che apportano grandi quantità di fibre.
- Un altro accorgimento quotidiano è quello di bere molta acqua, almeno un litro e mezzo al giorno; Fare attività fisica,
- Senza esagerare è sufficiente una camminata al giorno l’attività fisica oltre a indurre fisiologicamente il movimento dell’intestino migliora l’umore e il senso di benessere e anche andare in bagno non sarà più uno stress Masticare bene e con attenzione i cibi; Praticare qualche serie di addominali al mattino subito dopo la sveglia può essere d’aiuto a produrre un naturale stimolo alla defecazione ; Non trattenere mai la cacca, cercare di soddisfare lo stimolo tutte le volte che si manifesta.
L’intestino è il nostro orologio ma dobbiamo ascoltarlo. Se vuoi ritrovare la tua regolarità il primo passo fondamentale consiste nel ritrovare e ascoltare lo stimolo della cacca Non forzare la defecazione in presenza di difficoltà a evacuare le feci.
- Una volta adottati tutti gli accorgimenti per stimolare la cacca e le regole quotidiane per assicurarsi la salute del tratto gastrointestinale sopra elencate, non ci resta che andare in bagno ed evacuare.
- Una volta in bagno è importante ottenere un’evacuazione naturale attendendo il giusto stimolo senza sforzi eccessivi.
Per facilitare l’evacuazione e svuotare l’intestino in poco tempo innanzitutto dovremmo sederci sul water rilassati e senza preoccupazioni, poi bisogna assumere una posizione corretta per defecare, Secondo gli scienziati la posizione corretta sul water non sarebbe quella tradizionale, ma con il busto leggermente in avanti e le gambe leggermente sollevate come se si stesse utilizzando uno sgabello, in modo da ottenere un’ apertura ottimale dello sfintere,
Dove massaggiare il piede per andare in bagno?
Riflessologia su Intestino Crasso – Giunti quasi alla fine del trattamento lavoriamo anche nell’ambito della riflessologia plantare. In questo modo daremo un grosso stimolo energetico all’ intestino. Inoltre, il lavoro che effettueremo in riflessologia ci aiuterà definitivamente a prolungare l’effetto che vogliamo ottenere da questo trattamento.
Come andare in bagno senza clistere?
10 rimedi naturali contro la stitichezza – I rimedi naturali contro la stitichezza sono spesso consigliati per ripristinare la regolarità intestinale. È necessario partire da una modificazione dello stile di vita scorretto, che comprende:
- Non rimandare il bisogno di defecazione
- Evitare di sforzarsi per defecare
- Usare un panchetto di rialzo sul quale appoggiare i piedi durante le sedute
- Praticare attività fisica regolare
- Mangiare alcuni cibi lassativi naturali ricchi di fibre, come le prugne secche
- Bere almeno 2 litri d’acqua ogni giorno
- Usare farmaci solo in caso di bisogno e su consiglio del proprio medico
- Bere caffè
- Evitare i latticini
- Utilizzare integratori e cibi probiotici e prebiotici
I cibi più consigliati in caso di stitichezza sono quelli che contengono un buon quantitativo di fibre, specialmente quelle solubili e non fermentabili. Tra questi si citano: frutta, verdura fresca, legumi, cereali integrali e semi di lino. Alcuni rimedi naturali facilmente preparabili in casa per combattere la stitichezza possono essere:
- Lasciare in ammollo dei semi di lino in un bicchiere d’acqua la sera prima di coricarsi. La mattina si sarà formata una massa gelatinosa che, bevuta, dovrebbe favorire l’evacuazione.
- Bere acqua tiepida e limone di prima mattina, a stomaco vuoto dopo il risveglio, dovrebbe stimolare la pulizia dell’intestino.
In aggiunta a questi consigli, se occasionalmente il disturbo compare, o se questi accorgimenti non sono sufficienti, possiamo aiutarci con degli integratori naturali.
Quando non fare un clistere?
È opportuno ricordare che i clisteri sono controindicati e non devono mai essere impiegati, specie in ambiente casalingo, in presenza di: Infiammazioni (morbo di Crohn e colite ulcerosa) Emorragia intestinale. Appendicite.
Quanto bicarbonato in un clistere?
Clistere con bicarbonato di sodio: 1 o 2 cucchiai da tavola di bicarbonato di sodio disciolti in ogni litro di acqua, oppure 1 cucchiaino da tè di sale ed 1 cucchiaio da tavola di bicarbonato di soda per ogni litro di acqua. Il clistere del bicarbonato di sodio è utile durante la diarrea.
Cosa rende le feci morbide?
Introduzione – Le feci dure sono un segno clinico piuttosto fastidioso e che si presentano con elevata frequenza in moltissime persone nel corso della vita. La durezza delle feci è correlata alla difficoltà della loro espulsione con l’atto della defecazione, ovvero l’insieme degli atti fisiologici, sia volontari che involontari, che terminano con l’espulsione delle feci attraverso l’ano.
Tutte le sostanze e alimenti ingeriti attraversano lo stomaco e l’intestino, grazie ai movimenti di peristalsi intestinale, dove vengono processati e digeriti; le sostanze non assorbibili vengono progressivamente compattate e raggiungono infine l’ampolla rettale, ultima porzione intestinale la cui funzione è quella di raccogliere le feci, fino all’evacuazione.
La defecazione segue un ritmo biologico periodico che nella maggior parte dei casi prevede una defecazione al giorno, con evacuazione di circa 150-200 grammi di feci, anche se la frequenza è ampiamente variabile nella popolazione in funzione dell’alimentazione e del consumo di fibra in particolare.
In caso di feci dure viene ad essere alterata la frequenza della defecazione che risulta essere ridotta, fino a circa 2 o 3 evacuazioni a settimana, delineando in molti casi un quadro di stipsi, L’emissione di feci dure e il correlato quadro di stipsi è frequente nella popolazione soprattutto dopo i 60 anni o nei soggetti che per altri motivi di salute siano costretti ad allettamenti prolungati; nei giovani l’incidenza è inferiore e nella maggior parte dei casi le feci dure sono il risultato di una condizione di stipsi passeggera che si autorisolve nel giro di qualche giorno o settimana.
Le principali cause che possono condurre alla formazione e alla emissione di feci dure sono:
Dieta squilibrata con ridotto apporto di acqua e di fibre Tendenza a rimandare lo stimolo all’evacuazione Sindrome del colon irritabile Stato di gravidanza Allettamento prolungato Diabete mellito e ipotiroidismo Anomalie anatomiche e/o funzionali del colon Patologia diverticolare del colon Morbo di Crohn o rettocolite ulcerosa Tumori maligni del colon Effetti collaterali di svariati farmaci Interventi di chirurgia intestinale.
La condizione è spesso accompagnata da sintomi quali
Senso di tensione e gonfiore addominale Dolore durante la defecazione con sensazione di evacuazione incompleta Dolore addominale Emissione di sangue rosso vivo con le feci (rettorragia).
Tra le più comuni possibili complicazioni legate alla cronicizzazione del disturbo si annoverano la patologia emorroidaria e ragade anale, Poiché l’evacuazione sistematica di feci dure può rappresentare un campanello di allarme per numerose patologie, occasionalmente anche gravi, ogni qualvolta si osservi un cambiamento sostanziale nelle caratteristiche della defecazione è opportuno rivolgersi ad un medico per un approfondimento; la diagnosi richiede la raccolta anamnestica del soggetto con un accurato esame obiettivo, di norma sufficienti, coadiuvato eventualmente dall’esecuzione di esami radiologici e strumentali nei casi dubbi.
alimentazione ricca di frutta e verdura abbondante idratazione pratica regolare di attività fisica evitare di procrastinare l’evacuazione in caso di insorgenza dello stimolo.
Nella maggior parte dei casi la presenza di feci dure e la difficoltà nella loro evacuazione è una situazione passeggera e poco preoccupante, con tendenza all’autorisoluzione nel giro di qualche giorno; in questi casi non è quindi richiesto il ricorso a a cure specifiche, mentre è sufficiente apportare piccole modifiche all’alimentazione per risolvere il problema.
Uso di lassativi per via orale ad effetto lubrificante, che permettono la formazione di feci più morbide, come l’olio di mandorle dolci, olio di vaselina, olio di oliva e similari Lassativi osmotici che richiamano una grande quantità di acqua durante la formazione delle feci, come quelli a base di magnesia o lattulosio Preparati a base di fibra (psyllogel, semi di lino, ) che contribuiscono insieme all’acqua a produrre un effetto massa, aumentando il volume delle feci Farmaci lassativi stimolanti o purganti, a base di glicerolo, di bisacodile, o altre sostanze naturali quali la senna, il ricino o il rabarbaro. A differenza degli altri tipi di lassativi che possono richiedere qualche giorno per il loro funzionamento, questa classe agisce nel giro di qualche ora (si assumono in genere la sera per manifestare l’effetto il mattino successivo, al risveglio), andando a stimolare direttamente l’intestino facendolo contrarre più velocemente. Supposte di glicerina, ammorbidiscono e lubrificano le feci facilitandone il passaggio lungo l’intestino Clisteri evacuativi per via rettale (microclisma o “peretta”, oppure il clistere evacuativo tradizionale)
Il clistere evacuativo è il rimedio immediato d’elezione in caso di feci dure, anche eventualmente in caso di sospetto fecaloma, ma si consiglia di limitarne l’utilizzo ai casi di espressa indicazione medica. Tutti i tipi di lassativi devono sempre essere usato con cautela e buon senso, perché potenzialmente responsabili di importanti effetti collaterali; tale avvertimento acquisisce maggiore importanza soprattutto in caso di bambini, donne in gravidanza o anziani.
A meno di diverso parere medico il loro utilizzo dev’essere limitato nel tempo ed occasionale. Ogni lassativo ha una funzione specifica e diversa e trova quindi differente applicazione in soggetti per diversi motivi (in base all’età, alla gravità della condizione, alla sua anamnesi, ecc); per questo motivo è necessario che sia un medico a indicare il lassativo più idoneo a quella determinata situazione.
Non si può infine prescindere da uno stile di vita più sano fondato su:
Dieta sana ed equilibrata che preveda un corretto apporto di fibre (cereali integrali, legumi, verdura, frutta consumata con la buccia). Abbondante idratazione, assumendo circa 2 litri di acqua al giorno Regolare attività fisica settimanale, anche con semplici passeggiate giornaliere Evitare di assumere lassativi cronicamente per lungo tempo per evitare l’assuefazione dell’intestino e l’effetto rebound Evitare gli alcolici e l’abuso di caffeina
Il trattamento di feci dure o di un fecaloma in soggetti che si sono recentemente sottoposti ad un intervento chirurgico a livello intestinale deve sempre essere concordato con un medico, meglio se si tratta dell’equipe chirurgica di riferimento, poiché per determinate situazioni potrebbero presentarsi complicanze a distanza dell’intervento e compromettere seriamente la salute del paziente.
Qual è l’acqua più lassativa?
Acqua contro la stitichezza: quale scegliere? – Prima di scegliere un’acqua contro la stitichezza bisogna assicurarsi di bere a sufficienza e idratarsi correttamente durante tutto l’arco della giornata, avendo cura di consumare almeno 1.5/2 litri di acqua nelle 24 ore.
magnesio (> 50 mg/L) zolfo (> 200 mg/L) cloro (> 200 mg/L) sodio (> 200 mg/L)
Utilizzando il nostro strumento di ricerc a è possibile selezionare tutte le minerali italiane con queste caratteristiche, scegliendo in modo rapido l’acqua contro la stitichezza più adatta. Queste acque minerali non vanno però consumate per tutta la giornata, perché potrebbero avere un effetto purgativo importante, provocando una perdita eccessiva perdita di liquidi e un aumento della pressione arteriosa.
Cosa bere a stomaco vuoto per andare in bagno?
Acqua calda per la stitichezza: berla al mattino fa andare in bagno? – Anche bere acqua calda può contrastare la stipsi. L’acqua molto calda al mattino e a stomaco vuoto può favorire i movimenti intestinali, aiuta ad idratare le feci e a superare la stitichezza.